Abbonati Tv online – Lo streaming on demand si prepara a diventare il mezzo di intrattenimento di riferimento nel prossimo futuro, scalzando il satellite e l’offerta derivante dai canali non a pagamento. Come spiega “Affari & Finanza”, il mercato italiano sta recuperando il ritardo su quelli esteri.
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L’avanzata inarrestabile della televisione in streaming e on demand trainata dai giganti tecnologici, è il fenomeno con la “effe” maiuscola degli ultimi anni. Basta anche solo osservare il profondo mutamento delle modalità di consumo di contenuti televisivi, ormai fruibili quando, come e dove vogliamo. Stando all’ultimo rapporto di ITMedia Consulting, la televisione online sta infatti sottraendo anno dopo anno utenti e mercato al digitale terrestre e alla pay-tv satellitare. Ed entro il 2020 l’offerta televisiva trasmessa in banda larga raggiungerà circa 8,5 milioni di abitazioni, cioè oltre 5 milioni in più di quelle raggiunte lo scorso anno, per un tasso di crescita media annua del 25%.
Ciò significa che alla fine del prossimo anno i player della tv online (da Netflix ad Amazon, da Tim Vision a Chili, passando per la Now TV di Sky, Infinity e altri) arriveranno a contare il doppio degli abbonati satellitari conquistati da Sky dopo 15 anni di attività. Inoltre, la tv a pagamento sorpasserà la tv gratuita come modalità primaria, salendo dal 42% delle famiglie italiane dello scorso anno al 55% entro il 2020. In più, la televisione online diventerà il canale primario di accesso ai contenuti a pagamento, facendo registrare un balzo dal terzo e ultimo posto alla prima posizione in tre anni.
«Il mercato italiano del video on demand è un mercato giovane ma ha già raggiunto un numero di utenti paragonabile a quello di Sky. E non è un risultato da poco se pensiamo che Mediaset Premium ha impiegato anni per conquistare la metà degli utenti della pay-tv rivale. Ecco perché ormai anche i broadcaster sono spinti a posizionarsi sul segmento online», ha spiegato Augusto Preta, fondatore e ceo di ITMedia Consulting.
Tuttavia, in Italia, non si sta assistendo ancora alla sottrazione di abbonati alle pay-tv che invece si sta verificando negli Usa o nel Regno Unito. I grandi broadcaster si stanno comunque attrezzando: ad esempio, Mediaset e Rai stanno puntando sulle partnership con gli operatori stranieri per costruire una dimensione più ampia di pubblico e offerta. E sembra esserci qualche margine di conquista anche per i piccoli operatori: «La predisposizione degli utenti online a sfruttare contemporaneamente più servizi in streaming e on demand gioca a favore dei player minori. Se prima era impossibile competere con i grandi, ora è difficile ma possibile, anche perché il mercato digitale è destinato a crescere ulteriormente. Almeno sulla carta, ci sono quindi opportunità di posizionamento per tutti. Credo però che sul lungo periodo la tendenza al consolidamento si farà sentire».