Nell’ambito del piano della Figc per contrastare il ricorso da parte dei club alle plusvalenze “gonfiate” per abbellire i bilanci, un’attenzione particolare sarebbe stata messa sul diritto di riacquisto (la cosiddetta “recompra”).
Si tratta del contratto in base a cui si cede un giocatore (spesso delle giovanili) a una cifra altissima con plusvalenza importante impegnandosi però a riacquistarlo dopo qualche anno senza perdite per l’acquirente.
Una forma per valorizzare i giovani che farebbero panchina, dice chi l’ha usato. Un’altra partita di giro per gonfiare le entrate a somma – sostanzialmente – zero dicono i critici: in questo caso, senza necessità di coinvolgere due giocatori per uno scambio di comodo.
Secondo Repubblica, non è da escludere che la norma, inserita in molte operazioni milionarie delle ultime sessioni di mercato, possa essere rivista o abolita.
Il diritto di riacquisto (la cosiddetta recompra) non c’entra nulla con “impegnandosi però a riacquistarlo dopo qualche anno senza perdite per l’acquirente.”
La recompra e’ un’ opzione di acquisto ad un prezzo prefissato. Non c’e’ nessun “impegno” ad acquistare.