Lo stato del Qatar avrebbe segretamente offerto 400 milioni di dollari alla FIFA appena 21 giorni prima che venisse assegnata l’organizzazione dei Mondiali 2022. Lo ha scritto “The Sunday Times”, sulla base di una serie di documenti riservati, i quali rivelano che i dirigenti dell’emittente statale Al Jazeera – di proprietà e controllata dall’emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani – avrebbero siglato un ricchissimo contratto televisivo.

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Pare che il contratto in questione includesse un bonus senza precedenti da 100 milioni di dollari, che sarebbero stati corrisposti alla FIFA solo se il Qatar avesse ottenuto l’incarico di organizzare la competizione del 2022. Insomma, un bonus aggiuntivo oltre quanto già offerto da Al Jazeera per assicurarsi i diritti di trasmissione della rassegna iridata.

Il quotidiano ha spiegato inoltre, che mentre venivano condotte le indagini che avrebbero infine dimostrato – in modo decisamente poco limpido – che non era stata commessa alcuna irregolarità, la FIFA avrebbe ricevuto un secondo pagamento relativo ai diritti televisivi pari a circa 480 milioni di dollari, che uniti ai 400 della prima tranche porterebbero il totale all’impressionante cifra di 880 milioni, accordo ratificato dall’allora segretario generale Jérôme Valcke, successivamente squalificato per 9 anni e licenziato dal massimo organismo calcistico mondiale proprio per corruzione.



Secondo Damian Collins, membro del parlamento inglese dove presiede al comitato che si occupa di digitale, media, cultura e sport, ci sarebbero gli estremi affinché la FIFA rinunci ai soldi incassati e riveda addirittura l'assegnazione del torneo, mentre Al Jazeera si è difesa spiegand: «Si tratta di contributi alla promozione, prassi di mercato standard e spesso imposta alle emittenti da parte delle federazioni sportive. C'è evidentemente un significativo aumento degli interessi e dei ricavi - così come significati costi di produzione locali aggiuntivi - quando un importante evento sportivo viene assegnato al mercato dell'emittente interessata. Gli accordi erano indipendenti da qualsiasi offerta e non erano in alcun modo destinati a influenzare l'esito del voto».

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