Dopo Premier League e Bundesliga, anche la Liga si schiera apertamente contro i progetti dell’Uefa e dell’Eca sulla riforma della Champions. “Vogliono distruggere i campionati nazionali, ed è inammissibile”, le parle del presidente della Liga Javier Tebas in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
“Si tratta di un modello pensato senza aver alcuna conoscenza degli effetti che si produrranno nel calcio nazionale e nei vari club. E che tra l’altro non funzionerà. Pensano di poter creare una competizione che avrà un successo strepitoso e decisamente non è così”, prosegue Tebas.
Una riforma che, secondo il numero 1 della Liga, cambierà radicalmente la struttura del calcio europeo in peggio: “Posti fissi per le squadre storiche, partite nei weekend e soprattutto riduzione dei campionati da 20 a 18 squadre, che ridurrebbe di un 40% il volume d’ introiti dei club di un campionato. Il calcio non può essere ridotto ad un pugno di squadre. È la base del movimento che rende forte il nostro sport”.
Un progetto che quindi secondo Tebas non funzionerà, soprattutto perché chi lo promuove “ignora completamente il mercato audiovisivo. Incassare 900 milioni l’anno dai diritti tv è una sciocchezza, una follia. Non solo non è vero che produrranno più introiti, alcuni club incasseranno qualcosa in più ma lo faranno togliendo risorse ai campionati nazionali, e finiranno per ucciderli”.
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Il tema è anche campanalistico, secondo il presidente della Liga: “La gente è legata al proprio campionato, al campanile. Il piatto principale del calcio in Europa è composto dai vari campionati, che storicamente si sono sempre giocati nei weekend con la Champions durante la settimana. Modificare questa struttura significa modificare la struttura economica del calcio ed è un rischio per l’industria calcio”, conclude Tebas.
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