L’attesa per la sfida di oggi tra Juventus e Fiorentina, che potrebbe regalare l’ottavo scudetto consecutivo ai bianconeri, è fortissima (clicca qui per sapere dove seguire la gara in Tv). Tra i motivi che non possono non scatenare curiosità in vista del match c’è certamente la presenza sulla panchina viola di Vincenzo Montella, alla sua seconda esperienza in Toscana dove è arrivato con grande entusiasmo per aiutare la squadra in un momento non semplice di questa stagione.
L’allenatore campano si è così raccontato ai microfoni di DAZN a cui ha spiegato come si senta all’idea di essere tornato a fare il suo lavoro dopo un periodo di fermo: “Sono stato un po’ fermo, nei primi mesi mi sono goduto la famiglia e ne ho approfittato per fare cose nuove. Ho studiato l’inglese e ho imparato a sciare. Poi ho ricominciato a guardare partite e ho studiato Klopp, è quello che ora mi piace di più.piacerebbe avere degli obiettivi in linea con la società. Il nostro
scopo è quello di ridare un’identità chiara alla Fiorentina. Per l’anno prossimo, da qui a fine anno sarà importante per capire chi farà parte della Fiorentina del futuro”.
Impossibile non ricordare una delle gare che ha lasciato un segno nei tifosi toscani, una vittoria ottenuta proprio contro i campioni d’Italia nella sua precedente esperienza da Mister dei viola: “Il 4-2 alla Juventus è probabilmente la partita più emozionante della mia vita da allenatore. Facemmo qualcosa di incredibile. Quel giorno, già prima della partita ci guardammo negli occhi e capii che si respirava nell’aria la voglia di fare qualcosa di grande”.
Bonucci e compagni scenderanno in campo provando a mettersi alle spalle l'amarezza patita in settimana per l'eliminazione dalla Champions League, una gara in cui sono stati in tanti a fare i complimenti all'Ajax per il bel gioco mostrato con una rosa ricca di giovani talenti. Provare a seguire l'esempio degli olandesi non è però semplice: "Il modello Ajax? Qui in Italia non è riproducibile, anche perché per farlo serve tempo, pazienza, serve assumersi il rischio di non vincere subito e in Italia non è ammesso. L’Ajax per anni non ha ottenuto risultati in Europa, ma sono andati avanti, perché convinti che il loro fosse il modello giusto da seguire".
Non poteva mancare un piccolo bilancio sulla sua esperienza da tecnico: "Ci sono tante che cose del mio passato da Allenatore che non rifarei. Arrivo qui avendo
imparato a concentrarmi solo sul campo. In passato ho cercato di controllare degli aspetti anche fuori dal campo e forse non avrei dovuto. Il Milan? Con me è tornato a giocare in Europa, abbiamo vinto un trofeo, giocavamo un buon calcio. Per me è stata un’esperienza importantissima.
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