“Stiamo valutando e seguendo passo dopo passo quello che stanno facendo al Foggia, alla nostra città e alla nostra famiglia. A differenza di quello che avete pensato in tanti, non siamo spariti né siamo rimasti con le mani in mano. Non siamo diventati dei coglioni, abbiamo sempre lavorato e seguito il Foggia, mi sono fatto cinque mesi di carcere per colpa di un socio che ha fatto il comodo suo”. Così il patron del Foggia Fedele Sannella, intervenuto ai microfoni di Telefoggia dopo la decisione della Serie B sull’annullamento dei playout e la conseguente retrocessione dei rossoneri in Serie C
“Non accettiamo quello che il consiglio ha fatto, anche perché tra i componenti c’erano il vicepresidente della Salernitana Mezzaroma, il presidente del Perugia Santopadre. Tutti interessati alla vicenda del Palermo e avvantaggiati da una sua retrocessione. Loro hanno preso questa decisione inammissibile, hanno deciso così senza neppure dare al Palermo la possibilità di difendersi, sulla scorta del parere di un avvocato che neppure sappiamo chi sia”.
“Se hanno preso questa decisione è perché sanno che non ci verrà restituito nessun punto. Eppure lo stesso Coni aveva dichiarato la penalizzazione sproporzionata. A questo punto la nostra speranza è una sola, riuscire a fare i playout. E questo vi deve far capire cos’è l’Italia ed è lo specchio della nostra ex bella Italia. Questa è gente che fa male al calcio, fa male allo sport e fa male alla nostra Italia”.
“Abbiamo trascorso un periodo che non auguro a nessuno. Abbiamo fatto di tutto perché la squadra recuperasse subito gli otto punti di penalizzazione. L’estate scorsa i tifosi erano felici per la campagna acquisti, poi si è generata una situazione imprevedibile, ma il calcio è un discorso a sé. Abbiamo combattuto per uscire fuori dal tunnel, ma quando sembra che le cose si stiano sistemando viene fuori sempre l’imprevisto”, ha concluso Sannella.