Milan monte ingaggi
Paolo Maldini (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)

Paolo Maldini è il protagonista del nuovo episodio d “Linea Diletta”, il format di interviste targato DAZN condotto da Diletta Leotta che consente agli appassionati di conoscere meglio vari protagonisti del mondo dello sport. Il dirigente, da questa stagione direttore sviluppo strategico dell’area sport del Milan, ha innanzitutto parlato del suo rapporto con Rino Gattuso, il cui futuro potrebbe essere in bilico e valutato una volta conclusa la stagione.

“Io e Gattuso? Bisogna avere rispetto della persona che hai davanti. Siamo tutti e due lì per fare in modo che la cosa funzioni: le vedute possono essere diverse, ma il nostro rapporto
aiuta a superare i momenti di difficoltà..Il suo operato lo devo valutare in modo freddo. Abbiamo ruoli diversi, non siamo compagni di squadra”.

Avere intrapreso una nuova esperienza da dirigente proprio nella squadra in cui è cresciuto e con cui ha vinto tutto è certamente appagante, ma allo stesso tempo impegnativo. “Direttore strategico dell’area sport del Milan è un titolo che può spiegare tante cose o anche niente… Leonardo ha preso questa posizione di dirigente a 360 gradi, più di un direttore sportivo, e mi ha chiesto di accompagnarlo in questa avventura… la definizione del ruolo è poco importante, quello che importa è che siamo a capo dell’area sportiva”.

Fare il possibile per riportare in alto il Milan è quindi un progetto a cui tiene in modo particolare: “È una bella sfida, piena di sentimento… la mia vita sportiva è sempre stata legata a questi
colori, a questa città, quindi è la chiusura di un cerchio. Sembrava naturale, ma non era detto che accadesse…. I prossimi punti che chiuderò? Avere un Milan che torni protagonista. Ci vorrà magari un po’ di tempo, ma l’idea è di avere uno stadio di proprietà, magari assieme all’Inter ma di
altissimo livello, insomma è un progetto a lunga scadenza…”

L’ex capitano del Milan ha approfittato dell’intervista anche per raccontare un momento particolare che si è trovato a gestire sotto stress: “Oddio, prima della finale di Manchester contro la Juve. Siamo tornati in finale dopo 9 anni, molti compagni non eranomai stati in una finale di Champions League: ho dovuto fingere di essere la persona più tranquilla del mondo e tutti mi dicevano “ma cavolo Paolo come fai a essere così tranquillo?”
e io dicevo “eh sai è l’abitudine!” e invece dentro di me avevo il fuoco, però son riuscito a gestire quella pressione. Si stupivano che dormissi: avevo preso una pastiglia per dormire (ride, ndr). Sono piccole bugie che danno sicurezza al gruppo.

Non poteva mancare anche un acceno al figlio Daniel, attualmente impegnato nella Primavera rossonera, ma che potrebbe presto riportare il nome della famiglia legato a quello del Milan: “Daniel è il primo fantasista della dinastia Maldini, è l’unico con quelle attitudini, da trequartista, da goleador. E’ un po’ ambidestro anche lui come me. Nel carattere suo rivedo alcune cose mie e poi nei movimenti c’è genetica perché come la gente rivede me nei miei
due figli, la gente rivedeva mio padre in me ai miei esordi…”  – ha concluso.

 

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