Lo scandalo causato dall’accusa di stupro contro Neymar ha già cominciato ad avere effetto: la Mastercard, che è anche uno degli sponsor della Coppa America, ha annunciato che non userà gli spot e le pubblicità nei quali compariva il numero 10 della nazionale brasiliana.
“Abbiamo deciso di sospendere le iniziative di promozione che includono l’ambasciatore della nostro marchio (Neymar ndr) finché l’intera faccenda non sarà risolta”, ha annunciato la multinazionale in una nota.
Lunedì scorso, tre giorni dopo che la 35enne brasiliana Najila Trinidade Mendes de Souza ha depositato la sua denuncia per stupro ed aggressione contro il calciatore, la Mastercard si era subito pronunciata, affermando che i suoi responsabili erano “preoccupati per le serie accuse” lanciate contro Neymar, limitandosi a dire che avrebbero continuato a “seguire la situazione da vicino”.
Un altro sponsor della stella del Psg, la Red Bull, ha invece fatto sapere che il numero 10 della nazionale di calcio “è nostro testimonial dal 2010”, per cui intende aspettare l’esito giudiziario per prendere una decisione: “E’ responsabilità delle autorità pubbliche determinare quali sono i fatti reali legati a queste serie accuse”, ha dichiarato l’azienda in una nota.
Preoccupazione anche da parte di Nike: “Siamo profondamente preoccupati di queste accuse e stiamo monitorando da vicino la situazione”, afferma una dichiarazione di Nike, che sponsorizza il giocatore del Paris Saint Germain da quando aveva 13 anni, con un contratto che scade nel 2022.
Neymar intanto si è presentato ieri sera, la notte italiana, nella stazione di polizia di Rio de Janeiro per essere ascoltato in merito alla vicenda che lo vede coinvolto dopo la denuncia per stupro presentata venerdì della scorsa settimana a San Paolo da una 26enne brasiliana. Neymar aveva ricevuto il mandato di comparizione per aver diffuso online un video, corredato di messaggi e foto scambiati con la ragazza senza l’assenso di quest’ultima, reato che in Brasile è considerato reato punibile con pene fra 1 e 5 anni di prigione.
Il giocatore brasiliano ha negato ripetutamente qualsiasi illecito. L’accusatrice, Najila Trindade, una modella di 26 anni, ha raccontato ieri in tv la sua versione sull’incontro con il calciatore a Parigi, spiegando di essere andata a Parigi per incontrare Neymar, il quale le pagò pagò aereo e albergo, ma una volta soli la situazione, a suo dire, divenne tesa e degenerò, parlando di aggressione e violenza fisica.