«C’è interesse da parte nostra. Stiamo lavorando sul dossier. Siamo abituati, come gruppo, ad analizzare e valutare con attenzione i progetti quando ci vengono sottoposti, come in questo caso».
Così il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha commentato al quotidiano finanziario MF le indiscrezioni circa un suo coinvolgimento nella cordata, guidata da FS, per il salvataggio di Alitalia.
Intanto, il tempo stringe e la cordata pilotata da FS rischia di perdere pezzi: Atlantia, la holding controllata dai Benetton cui fa capo il controllo di Autostrade, potrebbe infatti tirarsi indietro. La frenata di Atlanti, che pareva la gamba più solida su cui poggiare, oltre agli americani di Delta (10-15%), preoccupa la politica e gli stessi vertici della società di trasporto ferroviario, che torneranno a riunirsi in cda fra il 12 e il 13 luglio per valutare la situazione e capire come, nel caso, sopperire all’assenza dei Benetton, che sempre più difficilmente si presenteranno ai nastri di partenza del 15 giugno, giorno in cui dovrebbe formalmente essere costituita la newco italo-americana per Alitalia.
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In questo scenario, Fs dovrebbe chiedere l’ennesimo rinvio ai commissari e di fatto anche al governo, Il nodo per la presenza o meno dei Benetton nella partita è legato all’approvazione della norma sulla revoca delle concessioni, arrivata l’altro ieri al Senato nello Sblocca-cantieri.
Il testo dovrà arrivare alla Camera l’11 giugno, con quella norma discussa e già bollata da Confindustria come «irragionevole», ma difesa dal governo. In questo contesto restano nelle retrovie, ma pronti a entrare in scena, sia la famiglia Toto sia il fondo 4R promosso e partecipato dalla Cassa Depositi e Prestiti. Altrimenti, il rischio di nazionalizzazione diventerebbe sempre più concreto.