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(Foto: Cesare Purini / Insidefoto)

Secondo molti osservatori la blockchain è il nuovo paradigma destinato a rivoluzionare il sistema economico contemporaneo. Affermatasi su larga scala a seguito del lancio delle monete elettroniche, prima tra tutti il bitcoin, la blockchain sta già trovando diverse applicazioni anche in altri settori, compresi quello dello sport e del calcio.

Ne abbiamo discusso con Gian Luca Comandini, uno tra gli esperti selezionati dal MISE per sviluppare la strategia nazionale per quanto riguarda le DLT e la tecnologia blockchain.

Quali applicazioni può avere la blockchain nel mondo del calcio?
Ho partecipato di recente ad un incontro con SIAE e FIGC sul tema dei decoder pirata. Utilizzare la blockchain insieme a un QR Code potrebbe essere la soluzione per frenare la pirateria.
Un’altra applicazione è nel ticketing. Ci sono diverse piattaforme all’estero. Mi viene in mente ad esempio Aventus, lanciata in occasione degli ultimi Campionati Mondiali in Russia. In questo caso l’obiettivo è il controllo sul secondary ticketing per prevenire e frenare le attività di bagarinaggio online.

Ci sono piattaforme attive in Italia sul ticketing?
Al momento non mi risulta. Ritengo che i ticketing provider e le Squadre più illuminate possano appoggiarsi a protocolli già esistenti, integrandoli con i loro sistemi.

Cosa ci può dire per quanto riguarda i token?
Le squadre possono creare i loro Token, cioè una “moneta alternativa”. Ma non è detto che siano per forza da collegare alla blockchain. Ci sono già iniziative di questo tipo che hanno l’obiettivo di migliorare l’interazione con i tifosi e la fan experience. Possiamo citare come esempio la London Football Exchange.

Ha senso parlare di criptovalute per le squadre?
Creare una criptovaluta con la blockchain permette di avere diversi vantaggi. E’ un asset liquido, spendibile, senza sottostare alla burocrazia di operazioni legate ai mercati tradizionali come la borsa. E’ un processo più snello e direi anche più trasparente.

Consiglierebbe i token o la criptovaluta?
I token rappresentano un’idea più semplice e meno costosa. Con entrambi puoi gestire scambi di valore all’interno del tuo business e avere così maggiore controllo su tutta la filiera. Potrebbe essere il completamento di quanto abbiamo detto prima per prevenire e combattere il bagarinaggio e avere il pieno controllo del ticketing. I token, per esempio, potrebbero essere utilizzati anche come “raccolta fondi” per l’acquisto dei calciatori. Gli asset si possono “tokenizzare”. Ci sono esempi di “tokenizzazione” di opere d’arte e di immobili. Potrebbe essere fatto lo stesso per finanziare l’acquisto di un calciatore, pensando addirittura alla possibilità di un aumento di valore dei token nel caso in cui, in futuro, il calciatore fosse rivenduto ad un prezzo maggiore a quello d’acquisto. I Fan diventano partner e potrebbero avere vantaggi al momento dell’utilizzo dei token: immagino a sconti sui biglietti o sul merchandising.

Per concludere, anche gli smart contract possono essere applicati al mondo del calcio?
Potrebbero avere diverse finalità. Uno smart contract prevede che al verificarsi di una condizione (o al raggiungimento di un risultato) avvenga uno “scambio” o una “transazione”. E’ tutto automatizzato, quindi non c’è il rischio che una delle due parti non tenga fede al contratto, come può avvenire al di fuori della blockchain.

Intervista a cura di Alberico Moro

 

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