«La mission, la visione deve essere quella di giocare un calcio appetibile e affascinante e poi, attraverso quel calcio, arrivare a vincere le partite. La storia del Milan racconta di un club e di una squadra che ha sempre ricercato la bellezza, l’estetica oltre che il risultato. O meglio, raggiungere il risultato attraverso la bellezza del gioco».
Così il nuovo allenatore del Milan, Marco Giampaolo, nella sua prima intervista da tecnico rossonero rilasciata al Milan TV.
«Il Milan», ha ricordato Giampaolo, «ha vinto titoli proponendo calcio, adesso non ho la presunzione di paragonarmi a quel Milan ma quello deve essere l’obiettivo. In quanto a cultura, penso di essere in un club dove c’è conoscenza di cosa significhi giocare a calcio, perché è stato abituato in questo modo».
Giampaolo ha annunciato che anticiperà di qualche giorno il suo arrivo a Milanello rispetto alla data del raduno, fissato per il 9 luglio, per prendere conoscenza con l’ambiente rossonero il prima possibile e visionare le strutture.
Parole di stima da parte di Giampaolo per Paolo Maldini e Zvonimir Boban. «Sono stato colpito dalla serietà di Boban e Maldini, dalla loro competenza e passione. Trasmettono il significato di Milan, di cosa significa giocare nel Milan, allenarlo o far parte di questo club. Sono persone di livello e di spessore. Ci conosceremo lavorando insieme perché adesso possiamo raccontarci di tutto, ma le esperienze maturate giorno dopo giorno sul campo di lavoro affinano le interazioni tra gli uomini. La loro storia, però, racconta molto, così come la loro passione che è stata contagiosa».
«All’inizio», ricorda l’ex allenatore della Sampdoria, «contro il Milan perdevo spesso, ma ultimamente ho ottenuto qualche vittoria. Giocare a San Siro è sempre un’emozione particolare, lo considero lo stadio più affascinante d’Italia».
Giampaolo si aspetta un campionato impegnativo: «Negli ultimi anni è stato sempre più competitivo, col ritorno di Sarri e di Conte credo che lo sarà ancora di più. C’è stato un cambio di mentalità da parte di tante squadre. Anche le piccole hanno l’ambizione di andarsela a giocare e quindi le differenze sono sottili, gli equilibri sono spostati da piccole cose, da alcuni particolari. Lo ritengo un campionato impegnativo».