Impatto economico calcio italiano 2017 2018 – Oltre 3 miliardi di euro nella stagione 2017/2018. E’ questo l’impatto socio-economico del calcio in Italia secondo il “ReportCalcio”, lo studio della Figc realizzato in collaborazione con Arel e PwC presentato in Senato.
La cifra, calcolata grazie a un programma di studio avviato in condivisione con la UEFA – attraverso un modello denominato “Social Return On Investment Model” –, prende in considerazione l’indotto economico (742,1 milioni di contributo diretto all’economia nazionale), sanitario (1.215,5 in termini di risparmio della spesa sanitaria) e sociale (1.051,4 milioni di risparmio economico generato dai benefici prodotti dall’attività calcistica) del “sistema calcio” in Italia.
La FIGC rappresenta una delle 7 Federazioni calcistiche europee pilota studiate dalla UEFA, insieme a Svezia, Scozia, Polonia, Romania, Malta e Lettonia. A livello aggregato, le 7 Federazioni in questione hanno prodotto un impatto socio-economico pari a 6,3 miliardi di euro (di cui 1,5 miliardi afferenti al settore economico, 2,1 miliardi a quello sociale e 2,7 miliardi a quello sanitario).
Le stesse possono contare su un numero complessivo di calciatori tesserati pari a 10,6 milioni. Il dato complessivo relativo al calcio italiano (3,01 miliardi) rappresenta per distacco l’indicatore più rilevante registrato nello scenario europeo, davanti a Svezia (1,9 miliardi), Scozia (579 milioni) e Polonia (462 milioni).
Questo modello ha permesso anche di stimare il lascito derivante da un potenziale investimento nel calcio di base, in termini di aumento di calciatori tesserati e conseguenti risvolti a livello socio-economico. In particolare, dall’analisi risulta che un investimento potenziale aggiuntivo pari a circa 549.000 euro potrebbe condurre ad un aumento dei calciatori tesserati per la FIGC nell’ordine di 26.421
Inoltre, i nuovi atleti registrati avrebbero un impatto socio-economico aggiuntivo stimabile in 71,5 milioni di euro. Il 21,4% (15,3 milioni) riguarda l’impatto economico, il 36,1% (25,8 milioni) quello sociale e il restante 42,5% (30,4 milioni) l’incidenza nel settore medico e sanitario.