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Zhang Jindong ed Erick Thohir (Foto Insidefoto.com)

Negli ultimi anni, l’Inter ha vissuto cambiamenti e sconvolgimenti mai visti prima. Nel 2013, dopo 105 anni di proprietà italiana (a partire dagli albori del club, nel 1908), è stata acquisita da un consorzio indonesiano, l’International Sports Capital HK Ltd, guidato da Erick Thohir, che ha acquisito il 70% delle quote del club. Il precedente socio di maggioranza Massimo Moratti ha mantenuto il 29,5% delle azioni per mezzo della Internazionale Holding S.r.l.

Ma la nuova proprietà non ha favorito il cambiamento sperato dagli interisti, che erano abituati a vedere la loro squadra del cuore primeggiare nel calcio italiano e diventare campione d’Europa nel 2010.

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Il bilancio della gestione Thohir

Dopo la drammatica fase negativa, senza trofei, degli ultimi due anni di Moratti, l’arrivo di Thohir e del suo consorzio prometteva di favorire un ritorno ai giorni gloriosi. Invece, la squadra si è posizionata solo quinta, ottava e quarta, non qualificandosi per la prestigiosa (e altamente redditizia) Champions League.

Infatti, mentre si è pensato a ristrutturare il modello aziendale del club per dipendere meno dagli investimenti proprietari e renderlo più autosostenibile, si è resa evidente la mancanza di investimenti sui nuovi giocatori.

Nelle tre stagioni sotto la proprietà indonesiana (2013/14, 2014/15 e 2015/16), l’Inter ha investito nell’acquisto di nuovi giocatori “solo” 30 milioni di euro al netto di quanto incassato con le cessioni. E se ciò ha soddisfatto i membri del cda, è stato di ben poco aiuto nel migliorare i risultati e la posizione del club. Inoltre, questo apporoccio prudente non è stato sufficiente per distrarre la UEFA, che ha sanzionato l’Inter per violazione delle norme del fair play finanziario. Sanzione poi sfociata nella firma del settlement agreement con Nyon.

La svolta targata Suning

Confrontiamo adesso quell’approccio con quello dei proprietari attuali, la società cinese Suning Holdings Group, che ha acquisito la partecipazione maggioritaria nel giugno del 2016.

In tre anni dall’acquisizione, l’Inter ha speso in trasferimenti più di 196 milioni di Euro netti.

Il primo anno, la stagione 2015/16, è stato indubbiamente difficile, poiché il club si è collocato al settimo posto della classifica di Serie A; tuttavia, i due successivi posizionamenti al quarto posto sono un chiaro segno di progresso. Ha inoltre aiutato il fatto che, nel 2017, l’Italia sia stata premiata con un posto in più in Champions League, del quale l’Inter ha approfittato.

Esplorando nuovi mercati

La Suning Holdings ha avuto più successo anche nell’acquisizione di partner aziendali per l’Inter, aumentando ulteriormente il bilancio del club e generando un incremento di entrate, a differenza dell’operato dei precedenti proprietari. In particolare, ha bussato alle porte del mercato asiatico.

Ma oltre alle partnership con vari affiliati della Suning, inclusa la compagnia di e-commerce Suning.com e altre compagnie asiatiche, l’Inter ha raggiunto un accordo con un gigante delle scommesse online, per la prima volta nella storia del club.

Nel 2017, infatti, Inter e Bwin (che sembra offrire buoni servizi ai suoi consumatori, sebbene alcuni abbiano espresso delle riserve nei suoi confronti) hanno concordato un’operazione commerciale della durata di tre anni. Si è trattato di una dichiarazione di intenti da parte dei nuovi proprietari: mercati redditizi, mai presi in considerazione prima, vengono ora esplorati per aumentare le entrate del club.

Quindi viene da chiedersi se, con le finanze apparentemente assestate e dei proprietari ambiziosi e intenzionati a investire nella squadra, l’Inter potrà spingersi oltre e lanciare una sfida sostenuta al recente predominio della Juventus.

L’ambizione di Conte

Forse la ragione principale per essere ottimisti è seduta in panchina: l’arrivo del nuovo allenatore Antonio Conte con contratto triennale è emblematico della direzione che ha preso il club. L’Inter si è accaparrata uno dei migliori allenatori nel mondo del calcio, ma anche un professionista la cui forte ambizione si è a volte ritorta contro: è chiaro che gli obiettivi della squadra coincidano adesso con quelli di chi la allena.

L’ex manager di Juventus, Chelsea e nazionale italiana, sarebbe stato d’accordo nello spostarsi a San Siro se non fosse stato rassicurato sulle ambizioni del club, o senza fondi considerevoli per modellare la squadra? Improbabile. Ho scelto l’Inter per la società, per la serietà e l’ambizione del progetto. Per la sua storia. Mi ha colpito la chiarezza del club e la voglia di riportare l’Inter dove merita”, ha dichiarato a maggio.

Conte ha già iniziato a lavorare sul calciomercato, assicurandosi l’acquisto a titolo definitivo dell’ala Matteo Politano per 20 milioni di Euro, dopo il prestito della stagione scorsa. Nel frattempo, l’attaccante del Manchster United Romelu Lukaku, che Conte ha disperatamente cercato di far firmare al Chelsea, sembra essere un altro obiettivo chiave. Il belga Lukaku ha i suoi detrattori, ma si inserirebbe perfettamente nel sistema di Conte e sarebbe buona fonte di gol, nonché un buon rimpiazzo qualora l’Inter decida di scaricare il talentuoso ma problematico Icardi.

Ridurre il distacco con la Juventus

L’Inter ha terminato l’ultima stagione 21 punti dietro la Juventus: forse aspettarsi che l’allenatore compia la magia di far concorrere la squadra per il titolo va un po’ oltre le più ragionevoli aspettative.

Detto questo, ricordiamo che Conte si era preso carico di un Chelsea che aveva totalizzato 50 punti ed era finita al decimo posto in Premier League, per poi vincere il titolo l’anno successivo con 93 punti. È ovvio che le situazioni siano molto differenti, considerando che il Chelsea aveva registrato una performance tutt’altro che brillante, ma è una dimostrazione di quello che Conte è capace di fare se riesce a far giocare l’Inter col suo sistema.

Un obiettivo più immediato è quello di ridurre il distacco di 10 punti col Napoli, secondo classificato dell’ultima stagione, e guidare l’Inter verso un comodo finale in una delle prima quattro posizioni. Con l’uomo giusto in panchina e le persone giuste nella sala riunioni, il futuro della squadra fa ben sperare.

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