«Il tema verrà affrontato presto». Così Claudio Lotito, patron della Lazio, commenta la situazione relativa al progetto stadio per i biancocelesti, in una lunga intervista al Corriere dello Sport. «Non l’ho affrontato volutamente alla premiazione in Campidoglio. Dobbiamo fare una proposta, confrontarci con l’amministrazione con la sgiusta sensibilità e compatibilmente con le norme. Uso il verbo confrontare, non scontrare. Non abbiamo promesso in passato situazioni non compatibili e non giustificabili. Esiste un interesse collettivo rispetto alla rigidità di certi schermi mentali. Non mi riferisco a questa Giunta».
«Si era creata l’impossibilità di costruire in un momento favorevole e avremmo avuto uno degli stadi più belli del bondo, raggiungibile su rotaia, su gomma e attraverso trasporto fluviale – ha proseguito il presidente biancoceleste -. All’epoca fummo ostacolati con una miopia ammantata da argomenti non attinenti. Oggi lo sdoganamento politico del calcio è acclarato. La Lazio rappresenta se stessa e i suoi tifosi. Deve premere a tutti avere una propria casa e dare alla società la possibilità di accrescere i ricavi. Lo stadio può fare la differenza».
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«Riproporre il progetto sui terreni della Tiberina? Non conta dove. Chiederò all’amministrazione di interloquire e insieme valuteremo. Un percorso breve, non tempi biblici. Non voglio interferire, ma è impensabile che si impieghino 20 anni a Roma e in altri Comuni ne bastano 3 per costruirlo», ha concluso Lotito.