Intervenuto a Sky TG24, il presidente del Milan Paolo Scaroni è tornato a parlare della questione stadio, partendo dall’impianto attuale: «Il Meazza è un bellissimo stadio, ci siamo tutti affezionati. Quando pensiamo al Meazza ci batte il cuore. Ma dobbiamo renderci conto che non è più adeguato ai tempi: dalla distanza dei sedili, ai servizi, al terzo anello non c’è nessun tipo servizio».
«Negli stadi moderni – ha proseguito Scaroni – le aree interne dedicate alle hospitality sono mediamente di 100 mila mq, il Meazza ne ha 24 mila. San Siro è cosa vecchia, ha fatto il suo tempo. Quando andiamo all’estero vediamo cose totalmente diverse perché sono moderne. Ci sono i temi dell’accessibilità e della sicurezza, negli stadi moderni per le persone disabili è facile entrare».
Ancora sul Meazza: «Impossibile giocare a San Siro così com’è. Desideriamo fare un nuovo stadio, siamo convinti che riusciremo ad avere tutte autorizzazioni. Qualora non dovessero arrivare ci riuniremo e prenderemo delle decisioni. I soldi li mettiamo noi, nemmeno una lira pubblica. I nostri azionisti vogliono tempi certi, situazioni non nebulose e chiarezza che gli investitori ritengono necessaria prima di investire queste cifre».
A proposito dell’incontro nella sede del Municipio 7, Scaroni ha detto che «volevamo ascoltare, più che dire. Abbiamo spiegato il progetto. Il dialogo è stato positivo, abbiamo recepito tutta una serie di indicazioni. Quando si costruisce una cosa nuova, certe cose che in una vecchia struttura sono fastidiose possono essere evitate».
A proposito dell’impatto ambientale, Scaroni ha aggiunto che «il nuovo stadio sarà alto 36 metri contro gli oltre 60 dell’attuale San Siro. Il rumore sarà massimo all’interno e pochissimo all’esterno. Con il nuovo stadio il rumore sarà del 60% in meno rispetto ad attuale. Vibrazioni? Si possono usare materiali per le fondamenta che le elimineranno. Il nuovo stadio ridurrà il disagio per i residenti, non lo aumenterà».
Sul gusto personale, Scaroni ha spiegato di non avere ancora le idee chiare sui due progetti. In chiusura, una battuta sull’iter: «Abbiamo mandato 750 pagine di progetto, abbiamo incontrato capigruppo, commissioni, ora incontrato i rappresentati di zona. Continueremo a fare attività di trasparenza, più di così non si poteva. Siamo stati totalmente trasparenti, un’iniziativa di questo tipo deve coinvolgere tutti, altrimenti andremmo in una direzione che non ci piace».