La ristrutturazione di San Siro “non consentirebbe di raggiungere gli elevati standard di comfort, di sicurezza e prestazionali oggi richiesti”. E’ la sintesi del report del Politecnico inviato ai consiglieri del Comune di Milano, chiamati lunedì a votare sul pubblico interesse, secondo quanto riportato dall’Ansa. “Il nuovo impianto – si legge – è imprescindibile, Milano si doterebbe di una nuova infrastruttura di eccellenza”. Il Politecnico non esclude la possibilità di lasciare “una traccia di memoria” del Meazza.
Nel documento di 233 pagine e intitolato “Sport è città”, il Politecnico di Milano – advisor di Inter e Milan per il progetto sul nuovo impianto – rimarca cinque punti principali: la tendenza da parte dei club di successo a possedere uno stadio moderno, l’impossibilità di raggiungere tale obiettivo attraverso una rivisitazione dell’attuale Giuseppe Meazza, l’imprescindibilità di un nuovo stadio adeguato alle esigenze attuali e future, la conferma di San Siro come area a vocazione sportiva da potenziare e, infine, la volontà di preservare la memoria attraverso la permanenza di tracce del passato.
Citando diversi esempi di stadi moderni e funzionali, dal report del Politecnico emerge il ritratto di un impianto vetusto. “San Siro – si legge – è un edificio che non dialoga con la città e il contesto, una grande massa di cemento che costituisce un vero e proprio fuori-scala all’interno del tessuto urbano, un’architettura di cemento percettivamente e fisicamente dura e impermeabile e funzionalmente passiva, dal forte impatto visivo e acustico e, nel complesso, negativo in un ideale bilancio energetico, non più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico-finanziario”.
“In sostanza un manufatto – prosegue il report – che non rappresenta, a oggi, una infrastruttura urbana in grado di generare processi virtuosi di riqualificazione urbana e sociale per la città”.