Attraverso un lungo documento pubblicato sul proprio sito, la FIFA ha svelato i dettagli del blocco del mercato che ha colpito il Chelsea, a causa delle irregolarità commesse dal club inglese nel tesseramento internazionale di calciatori minori d’età.
Dal documento emerge che la FIFA ha considerato il Chelsea colpevole della violazione di 150 norme, in casi che hanno coinvolto ben 71 giocatori. I Blues sono ancora in attesa di una data per il loro appello alla Corte Arbitrale per lo Sport, dove sperano di ottenere il via libera per poter tesserare nuovi calciatori a gennaio.
Nel frattempo, la FIFA ha pubblicato le motivazioni del respingimento del primo ricorso del Chelsea, sottolineando il numero assoluto di partite delle giovanili disputate da alcuni giocatori. Pare che un giocatore, non identificato, abbia disputato 75 gare per il club tra il 2013 e il 2016, nonostante sia stato solamente tesserato “in prova” per tre periodi di sei settimane.
Il Chelsea ha sottolineato come queste partite non fossero organizzate dalla Federazione, perché si trattava di sole partite di allenamento. Tuttavia, il panel della FIFA ha chiarito che «il Comitato non ha dubbi che le partite a cui si fa riferimento siano state organizzate sotto l’egida della FA. I giocatori si sono trasferiti in Inghilterra, si sono uniti al Chelsea e hanno giocato partite organizzate dalla Federazione».
Inoltre, nonostante le argomentazioni del club londinese, la FIFA ha respinto il ricorso confermando i verdetti per un totale di 148 casi che coinvolgono 69 giocatori diversi più due casi di violazione delle regole di proprietà di terzi.
Il comitato, presieduto dall’ex ministro della Giustizia svedese Thomas Bodstrom, ha dichiarato: «Il Chelsea ha spiegato che i provini per i giocatori stranieri sarebbero consistiti in tre o quattro visite della durata di tre settimane ciascuna. Ma diversi giocatori hanno effettivamente trascorso una notevole quantità di tempo con il Chelsea, notevolmente superiore a quella indicata. I giocatori hanno anche preso parte a gare organizzate dalla Federazione senza essere tesserati. Questo tipo di condotta non può essere tollerato».