patrimonio andrea agnelli
Andrea Agnelli (photo Matteo Gribaudi / Image Sport / Insidefoto)

La cannibalizzazione dei campionati da parte dei top 5 tornei d’Europa, gli adolescenti che guardano ad altro rispetto al calcio: il rischio è che il calcio possa entrare in una sorta di recessione. Lo ha spiegato il presidente della Juventus e dell’Eca Andrea Agnelli durante un incontro ad Oxford, al Corpus Christi College, invitato dalla Oxford Univesity Italian Society.

Come riporta Repubblica, tra i temi che il numero 1 bianconero ha trattato c’è appunto il percorso dei prossimi anni per il mondo nel calcio. Secondo Agnelli, «dopo che i cinque campionati principali (Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania) hanno recentemente cannibalizzato tutti gli altri, tra qualche anno il calcio potrebbe per la prima volta entrare in una sorta di recessione dopo vent’ anni. Questo anche perché molti adolescenti, soprattutto nelle zone meno coinvolte dal calcio che conta, si stanno disaffezionando a questo sport. Perciò è il momento di restare tutti uniti».

Come riporta il Sole 24 Ore, dopo i mecenati e lo sbarco delle tv, il prossimo ciclo del mondo del calcio potrebbe quindi essere quello di un calo del valore globale del business, il pensiero di Agnelli. Le nuove generazioni sembrano meno interessate al calcio, anche se «il sistema così com’è, per chi si chiama Juve, Real o Bayern, funziona e potrebbe andare avanti all’infinito», ha aggiunto. E i cambiamenti nel modo di fruizione, con l’assalto delle nuove piattaforme che portano ad una potenziale disintermediazione, «riportano indietro l’equity value nelle mani dei club».

Niente Superlega, però: «Se ci deve essere un torneo a 19-20 squadre, ciò va costruito comunque all’interno del sistema delle federazioni, non deve essere un’élite. Vedremo dopo il 2024, quando scadranno gli accordi internazionali oggi in vigore».

Ma c’è anche la piaga del razzismo: «In Italia per molto tempo questo problema non è stato affrontato. Noi nel calcio dobbiamo essere certamente un esempio, ma i club non possono essere i soli responsabili di quello che accade innanzitutto nella società», ha concluso Agnelli.

SEGUI LIVE 3 PARTITE DI SERIE A TIM A GIORNATA SU DAZN. ATTIVA SUBITO IL TUO ABBONAMENTO

PrecedentemasterEsports e IC406 siglano una partnership strategica
SuccessivoHeineken rinnova con l’Uefa: sarà sponsor di Champions League ed Euro 2020

5 COMMENTI

    • Perchè a differenza tua, lui probabilmente sa quanto è grande la Cina e quanto è in espansione…
      Immaginati se un’azienda italiana si comprasse una franchigia di NBA… Ora immaginati che giro di affari pubblicitari questa azienda italiana lancerebbe in Italia e in Europa… Moltiplica quel dato per 4-5 volte almeno e hai un’idea del gior d’affari che l’Inter potrebbe avere in Cina con una proprietà come Suning…
      Ci arrivi adesso? O te lo deve spiegare anche Agnelli?

    • forse perchè a differenza di te capisce che le operazioni sono regolari e che i fantasmi sono nella tua testa.

  1. Ci credo coi prezzi che han raggiunto i biglietti…
    Sarebbe una buon segnale se il calcio andasse in recessione

  2. Non farei molta dietrologia dietro le parole di Agnelli.
    Voglio credere ad una sorta di buonafede nel ragionamento.
    Probabilmente pero’ il ragionamento va analizzato in modo piu’ globale/locale o se preferite continentale/nazionale e con uno sguardo risolutivo che va oltre le governance/proprieta’ sportiva.

    Proviamo a fare un elenco

    A La cannibalizzazione dei top 5.
    Non prendiamoci in giro pensando che un giorno il campionato di Portogallo o Austria possano raggiungere lo stesso appeal di Inghilterra o Spagna.
    A questo una soluzione non c’e’ e aggiungo anche per fortuna,pero’ possono esserci rimedi per evitare che davvero gli “altri” campionati diventino sempre piu’ una sorta di campionato da trofeo amichevole e che possano quantomeno iniziare a resistere anche come appeal interno(qui si andrebbe a combattere anche il fenomeno della disaffezione)ed e’ quello di andare verso una fusione dei campionati nazionali.
    Quello che forse faranno Belgio e Olanda,unificando il campionato,e’ ad esempio un notevole passo in avanti che puo’ portare ad enormi benefici,dalla vendita di diritti tv all’attenzione degli sponsor fino alla possibilta’ che alcuni giocatori piuttosto che andare a parcheggiarsi nelle panchine di squadre di mezza classifica dei top 5 potrebbe essere attratti dall’idea di rimanere e giocarsi qualcosa di piu’ interessante
    E qualcosa di simile a cascata dovrebbe cercare di fare anche leghe come Austria/Svizzera,un campionato scandinavo che unisca le leghe di Svezia/Norvegia/Finlandia/Danimarca.
    Unica possibile resistenza ai top 5.

    B
    E passiamo a rimedi di tipo nazionale.
    Le big oramai fatturano poco con i diritti nazionali.
    il grosso viene,e verra’,dai diritti di champions,stadio e commerciali.
    Capire che e’ ora di diventare piu’ larghi di manica,sapendo che con una nuova formula di champions dal 2024 si incassera’ comunque di piu’,e’ vitale.
    Una ripartizione che da anche solo un 20mln di euro in piu’ a squadre di mezza classifica puo’ portare benefici ovviamente mantenendo e essendo piu’ rigidi su rose a non piu’ di 25.

    Puo’ dare ad una squadra la possibilita’ di ingaggiare un (quasi)big che porta entusiasmo(potrei fare l’esempio banale di un Ibrahimovic al Bologna o molto piu’ semplicemente la possibilita’ per piazze importanti come Genoa,Samp o speriamo in futuro Bari e Palermo di poter replicare in modo strutturale operazioni come quelle di Nainggolan al Cagliari).
    C
    Una nuova formula di Champions,piu’ incontri e soprattutto piu’ incontri annuali tra big(4 gironi da 8 o replicare e migliorare la formula della Champions che c’era ad esempio gia’ nel 2000/2003)e’ qualcosa di auspicabile perche’ e’ giusto aumentare il livello di Champions ad un qualocosa che somigli ad una sorta di NBA ma nel contempo forse sarebbe il caso di contemporaneamente portare un po’ piu’ di calcio in chiaro soprattutto le competizioni nazionali.

Comments are closed.