Nati con l’idea di connettere le persone presenti in diverse parti del mondo, i social network si sono trasformati nel tempo in uno strumento molto importante a livello professionale. Le aziende si affidano sempre di più a questi mezzi per promuovere i propri contenuti e di conseguenza i propri prodotti.
Ne sanno qualcosa anche le società sportive, che lavorano costantemente per espandere il proprio brand, e per farlo utilizzano i canali social. L’attività di promozione deve però essere affiancata da una strategia che consenta di monetizzare i contenuti, e di questo Calcio e Finanza ha parlato con Simone Tomassetti, Head of Sports Partnerships di Twitter per il Sud Europa.
«L’obiettivo che Twitter si pone nello stringere relazioni con i propri partner, è quello di alimentare e stimolare una conversazione sana», ci ha raccontato Tomassetti nell’ambito del Social Football Summit andato in scena tra il 21 e il 22 novembre a Roma.
Twitter vanta 950 partnership con rightsholders nel mondo, con le quali studia le migliori strategie per la monetizzazione dei contenuti, e tra le quali rientrano anche alcune società sportive (ne è un esempio la Roma, in Italia). La strategia di monetizzazione è basata sulla creazione di contenuti video, perché come spiega Tomassetti «con i video cresce la relazione tra la persona e il rightsholder».
Monetizzare un contenuto è un’attività ancora poco esplorata in Italia, ma che consente di «rifinanziare la spesa per la produzione e utilizzare i nuovi soldi per fare innovazione. Si tratta di un circolo virtuoso, in questo modo è possibile reinvestire quanto si guadagna».
Per fare un esempio, Tomassetti ha spiegato che il «Real Madrid è uno dei partner principali, nel 2018 ha monetizzato più di 5.000 contenuti». In particolare, con la tourneè organizzata negli Stati Uniti il Real «voleva sviluppare il mercato degli USA, e lo ha fatto creando una serie di card con i nuovi acquisti, che hanno un costo ma che offrono comunque un ritorno».

Quello di Twitter è un «prodotto unico. Ci troviamo con i rightsholders e creiamo dei pacchetti di contenuti, che vengono poi venduti ai brand, i quali decidono poi di associarsi sulla base del formato utilizzato. Si tratta di un contenuto sponsorizzato, dove il brand che vuole farsi pubblicità utilizza il contenuto prodotto dalla società per veicolare la propria offerta», sottolinea Tomassetti.
«Io come brand – aggiunge ancora – utilizzo un contenuto rilevante che mi dà un endorsement per arrivare a un certo pubblico, un target. Il partner nella strategia ha l’ultima parola su tutto, mette a disposizione i contenuti che consentono di creare pacchetti. Il partner decide cosa vendere, a chi, e come pacchettizzare i contenuti. Una cosa utile soprattutto per gli sponsor minori, che hanno meno visibilità: bisogna considerare Twitter come un asset».
A proposito della strategia, Tomassetti spiega che «insieme al partner si discute anche quale formato usare: un brand che vuole fare awareness utilizza un pre-roll (es. Samsung), mentre marchi Adidas possono iniziare con un pre-roll, ma decidere di fare conversione». Una possibilità è che il club di calcio metta a disposizione dei video, che una volta aperti mostrano una landing page con la possibilità di acquistare direttamente prodotti di un brand presenti nel video stesso, per ridurre la distanza tra venditore e acquirente.
Tomassetti aggiunge che «questo format funziona molto bene su Twitter. Il partner si associa ad un contenuto che viene veicolato al pubblico adeguato, un target preciso». E sul formato la «condizione è produrre contenuti video, perché il mondo va in quella direzione, tutti i formati pubblicitari servono a integrare video, che hanno performance superiori di 3 o 4 volte rispetto a GIF e foto».
Per quanto riguarda il discorso legato alla monetizzazione dei contenuti, la questione è se in futuro questo aspetto possa incidere in maniera rilevante sul fatturato di un club. Per Tomassetti la risposta è affermativa: «Assolutamente, in Italia abbiamo meno storico. In Spagna sono più avanti e il Real Madrid ha un business molto rilevante, che gli permette di fare innovazione e creare una serie di opportunità enormi. Ci sono partner che fanno anche biglietteria su Twitter, e non hanno bisogno di passare per altri canali perché vanno sold out. Questa comunque è già una fonte di ricavo, dipende poi da come vengono utilizzati i guadagni e cosa viene destinato il budget».