(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Juventus strategia social network – Dal terreno di gioco ai social network, lo sguardo dei grani club si è spostato oggi anche su quegli strumenti in grado di trasformare i risultati sportivi in benzina per spingere il brand. Così è anche per la Juventus, la cui strategia è stata raccontata al “Foglio Sportivo” da Luca Adornato, head of marketing del club bianconero.

«Lavorare sul campo e sulla comunicazione sono cose ben diverse. Negli ultimi dodici mesi c’è sicuramente stato un cambio di approccio in grado di far lievitare velocemente numeri e attenzione», ha spiegato. La community della Juve conta 88,4 milioni di follower tra Instagram, Facebook, Twitter, YouTube e Sina Weibo.

«Il nostro obiettivo – spiega Adornato – è raggiungere presto il quarto posto, posizione che al momento è occupata dal Chelsea (91,4 milioni di follower, ndr). Un obiettivo, questo, già fissato entro i primi due mesi del prossimo anno».

I numeri sono cresciuti rapidamente negli ultimi anni, grazia anche all’arrivo di Cristiano Ronaldo, i cui fan sono quattro volte superiori al totale del club stesso: «Ma è un impatto che si inserisce in un trend positivo già prima del suo arrivo. Va detto che il 90% degli utenti che seguono Juventus sui social proviene dall’estero. Stati Uniti, Brasile e India i paesi più rappresentati».

Come spiega Adornato, l’obiettivo dell’attività sui social non è solo quello di far crescere il brand, ma anche trovare un nuovo modo di raccontarlo. Come dimostra lo sbarco del club su Netflix con “First Team: Juventus”, prima serie tv mondiale on demand sul calcio che racconta lo scudetto del 2018: «Un’idea sfociata in un prodotto sicuramente molto interessante. Anche qui si è voluto anticipare i principali trend nel mondo dell’entertainment sportivo. Trend che si stanno sviluppando ulteriormente, come dimostrano le tante iniziative di Amazon».

Anche il canale tematico ufficiale Juventus TV ha assunto ormai un asset totalmente digital: «Venivamo da un ciclo di collaborazioni con Rai e Sky molto lungo – afferma Adornato al “Foglio Sportivo” –. A un certo punto ci siamo resi conto che certe formule si erano ormai evolute, così come le varie utenze. Perciò, dopo l’ultimo ciclo nel 2018, abbiamo deciso di matchare le reali tendenze e puntare tutto sui contenuti verticali che perfettamente si sposano con il nostro target di disintermediazione».

A proposito del gruppo di lavoro, Adornato aggiunge che «sono circa venti le persone coinvolte su ogni progetto. È chiaro che guardiamo sempre ai vari brand del mercato: società, strutture e realtà capaci di darci uno stimolo maggiore. Per dare un’idea, Juventus lavora con agenzie dedicate per quel che riguarda la gestione dei contenuti in lingua».

Raccontarne il brand, veicolarne storia e valori è qualcosa che va al di là della semplice strategia: «Esiste una grande responsabilità in quanto Juventus intende sempre fare calcio al massimo dei livelli – conclude il capo del marketing –. La stessa che allo stesso modo accompagna la proiezione del core business su scala mondiale. Lavoriamo molto sui temi della fedeltà, della valorizzazione del gesto sportivo, del senso di appartenenza e di ingaggio».

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2 COMMENTI

  1. La mia domanda ai filosocietari che compongono il 90% del tifo bianconero ,da innamorato della Juventus che ha un debito da 574 milioni un bond da 175 milioni da rimborsare e una ricapitalizzazione di 300 milioni di cui oltre la metà serve al fabbisogno del club, è come farà una dirigenza che certamente non brilla per la competenza, a ricostruire, con pochi soldi, una squadra che è nettamente la più vecchia della Champions League tra le top? Quale sarà il futuro di questo club con diritti tv non adeguati alle esigenze di un top club europeo, di uno stadio che è altrettanto inadeguato e non produce adeguata ricchezza,e di un settore commerciale che non emerge a livello europeo nella mediocrità del calcio italiano nonostante Agnelli da 10 anni sia in Lega,in Figc e abbia buoni rapporti con la politica

    • quindi basta aspettare se riescono a rinnovare squadra bravi se no si discute del perché no.
      offensivo parlare così dopo 8 anni di successi e accrescimento del club.
      sul debito, certo da tenere d’occhio, dopo calciopoli la ricostruzione sarebbe stata costosa lo si sapeva solo che con Cobolli e Blanc si perdeva senza ne vincere ne crescere qui almeno l’indebitamento va con la crescita del club e le vittorie.

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