Javier Tebas cercherà di mantenere la presidenza della Liga fino al 2024. L’attuale presidente della principale lega calcistica spagnola ha rassegnato le proprie dimissioni, annunciato ai club la decisione di anticipare le elezioni previste per ottobre 2020, al fine di cercare un rinnovo del supporto alla sua gestione.
Al centro di questa scelta, la possibilità di negoziare gli accordi per la cessione dei diritti televisivi per il triennio 2022-2025, con l’obiettivo di superare i circa 3,4 miliardi di euro ottenuti per il ciclo corrente. Questa è la seconda volta che Tebas anticipa le elezioni, dopo averlo già fatto nel 2016.
Nella lettera pubblicata su Twitter, Tebas ha chiarito di non avere intenzione di lasciare la Liga per la Premier League o la Serie A: «Ho intenzione di presentarmi e spero di guadagnare fiducia per altri quattro anni. E’ una decisione ponderata», ha sottolineato.
«Dobbiamo cercare di dare all’istituzione la massima stabilità possibile, la Liga ha la responsabilità enorme di gestire la principale fonte di ricavo dei club, che sono i diritti audiovisivi. Il periodo del mandato attuale termina agli inizi di ottobre 2020 e il bando per i diritti nazionali per il triennio 2022/25 sarà approssimativamente tra marzo e giugno 2021, a mio avviso troppo vicino al periodo elettorale», ha spiegato a motivazione della sua decisione.
Come spiega “Palco 23”, Tebas ha già preparato il terreno per la futura gestione della competizione, con la creazione di un dipartimento tecnologico che dovrebbe guidare la trasformazione digitale dell’intera attività e una vasta area di business e sviluppo internazionali.
Inoltre, il dirigente ha ricordato altre questioni importanti interne alla Liga. A partire dal fermo “no” alla Superlega Europea: «La Liga ha guidato l’opposizione alle riforme delle competizioni europee, abbiamo guidato la difesa dei vostri ricavi audiovisivi affinché gli stessi non perdano valore. È evidente che negoziare con un mandato di alcuni mesi non è lo stesso che con un mandato con altri anni a venire».