Vincenzo Spadafora, ministro dello sport (Foto Samantha Zucchi Insidefoto)

Il ministro dello Sport e delle Politiche giovanili Vincenzo Spadafora è intervenuto alla Camera per rispondere agli interroganti che chiedevano quali iniziative di sua competenza il ministro intenda adottare al fine di evitare conflitti di interesse in capo agli organi di vertice della Lega Serie A e per una regolare assegnazione dei diritti televisivi per le partite di calcio del massimo campionato italiano.

«E’ mia ferma intenzione seguire con interesse gli sviluppi delle vicende messe in luce al fine, non solo di evitare qualsivoglia conflitto di interesse, anche soltanto potenziale, ma altresì di vigilare che i diritti televisivi vengano ceduti secondo le regole del mercato e della libera concorrenza, anche per salvaguardare la cosiddetta contribuzione mutualistica», ha detto il ministro, come riportato dall’AGI.

Spadafora ha sottolineato che «la Lega Serie A stabilisce autonomamente, nel rispetto dello statuto, dei principi fondamentali e degli indirizzi del Coni e della Figc, nonchè dei principi di democrazia interna, la propria articolazione organizzativa, e gode altresì di ampia autonomia amministrativa e gestionale».

«La carica di presidente della Lega Serie A – aggiunge – incompatibile con quella di amministratore, dirigente o socio di società appartenente alla Lega interessata. L’assemblea, con voto unanime può, tuttavia, eleggere un presidente che abbia avuto rapporti con le società associate, e/o con gli azionisti di riferimento, rimanendo valida la regola dell’indipendenza. Peraltro, la segnalazione trasmessa lo scorso 20 novembre dalla procura federale non verte sulla esistenza di un conflitto di interessi in capo al presidente, bensiì su una serie di aspetti del procedimento elettorale seguito il 19 marzo 2018».

Il ministro ha poi spiegato: «Secondo la procura federale, infatti, il procedimento di elezione del presidente Miccichè deve considerarsi viziato da plurime illegittimità per due aspetti rilevanti: le modifiche dello statuto sulla deroga per il presidente della Lega, in special modo sulle condizioni di eleggibilità, non potevano ritenersi applicabili in quanto non ancora approvate dalla Figc; la decisione di non scrutinare le schede inserite nell’urna, contravvenendo all’obbligo del voto segreto, rappresenta una palese violazione dello statuto della Lega stessa».

Dunque, «in virtù della situazione verificatasi a seguito delle dimissioni del presidente Miccichè, il presidente della Figc ha quindi proposto la nomina di un commissario ad acta nella persona del professor Mario Cicala, proposta approvata all’unanimità dal Consiglio».

In quanto ai diritti televisivi, Spadafora ha spiegato che «la Lega Serie A, in base al proprio statuto, è titolare esclusiva, ai sensi della disciplina prevista dal decreto legislativo n. 9/2008 e in forza di mandato, della commercializzazione dei diritti audiovisivi collettivi relativi alle competizioni da essa organizzate. I poteri di vigilanza e controllo della corretta applicazione di quanto previsto dal citato decreto legislativo e dalle linee guida richiamate – ha aggiunto il ministro – sono demandati per legge all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e all’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, per quanto di rispettiva competenza», ha concluso.

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