Il 21 febbraio compirà 40 anni Ronaldo de Assis Moreira, meglio noto come Ronaldinho.
Nato e cresciuto nel barrio di Porto Alegre, Ronaldinho è il terzo e ultimo figlio di Dona Miguelina Eloi Assis dos Santos e di Joao de Assis Moreira, ex calciatore dell’Esporte Clube Cruzeiro di Porto Alegre.
Dopo la morte del padre assunse un’importanza centrale il fratello maggiore di Ronaldinho, Roberto de Assis, giovane promessa del calcio brasiliano che dovette iterrompere la propria carriera precocemente a causa di un brutto infortunio. Il fratello maggiore in seguito divenne procuratore della stella brasiliana.
Dove gioca Ronaldinho
Ritiratosi definitivamente dal calcio giocato il 16 gennaio del 2018, Ronaldinho è considerato uno dei più forti attaccanti di sempre. Dotato di una tecnica fuori dal comune, la sua ascesa è iniziata nel Gremio, poi lo spostamento in Europa l’ha portato in Francia e più precisamente al Psg.
La consacrazione però è arrivata con l’approdo al Barcellona dove nella sua permanenza ha ottenuto 2 campionati spagnoli, 2 Supercoppe di Spagna e una Champions League prima della sua ultima avventura europea nel Milan, per fare infine nuovamente ritorno in Sud America a giocare con fortune alterne nel Flamengo, nell’Atletico Mineiro, nel Queretaro e nel Fluminense.
Con la nazionale ha vinto il campionato sudamericano del 1999 e il campionato del mondo nel 2002.
A livello individuale si è aggiudicato il Pallone d’Oro del 2005 e il FIFA World Player of the Year nel 2004 e nel 2005 oltre al premio Calciatore sudamericano dell’anno nel 2013.
Ronaldinho Milan
L’avventura di Ronaldinho in Italia è stata caratterizzato da alti e bassi. Acquistato dal Milan nel luglio del 2008 per 22 milioni di euro esordì in Serie A il 31 agosto e si presentò a S.Siro servendo l’assist del momentaneo pareggio nella partita contro il Bologna.
La prima rete in Serie A avvenne per la gioia dei tifosi milanisti il 28 settembre nel derby della madonnina. Il goal del fuoriclasse brasiliano permise ai rossoneri di vincere la partita contro l’Inter.
Dopo una prima parte di stagione in crescita però Ronaldinho iniziò ad avere un calo fisico che ne condizionò la seconda parte dove venne utilizzato con minore frequenza dall’allora allenatore del Milan Carlo Ancelotti.
Il secondo anno del fantasista brasiliano si dimostra maggiormente positivo rispetto al primo. Probabilmente anche per merito del nuovo tecnico brasiliano del Milan Leonardo, Ronaldinho riesce a ritrovare quella brillantezza e tenuta psico-fisica che sembrava aver smarrito nel suo primo anno a Milano.
Termina l’anno con 12 goal e 16 assist che ne fanno il miglior assistman della lega. Questo anche grazie all’intesa con il partner d’attacco di quell’anno, Marco Borriello.
Nell’autunno del 2009 Ronaldinho riesce a vincere anche il Golden Foot davanti a Raul.
Il terzo posto di fine anno però non permette la riconferma dell’allenatore brasiliano da parte della società, che sceglie Massimiliano Allegri come suo successore.
Dopo un inizio del terzo anno incoraggiante anche con il tecnico livornese in cui Ronaldinho parte titolare nelle prime sette partite, il funambolo brasiliano è costretto a fermarsi per un infortunio nell’ottobre del 2010.
Al suo rientro però mister Allegri ha trovato degli equilibri che non vuole modificare e che non lo prevedono sul terreno di gioco. Le continue panchine unite ad una vita fuori dal campo non particolarmente intransigente hanno condotto alla separazione del rapporto tra Ronaldinho e il Milan nel gennaio del 2011.
Fifa 18 carriera con Ronaldinho
Ea Sports ha presentato le storie delle icone FUT in videogioco FIFA 18. Gli sviluppatori del videogioco hanno dato la possibilità ai propri fan e utilizzatori di trovare e poter utilizzare nella propria squadra FUT alcune versioni, coincidenti con i diversi periodi calcistici, dei più grandi calciatori che hanno calcato le scene in in momenti storici differenti. Ronaldinho è stato inserito tra la schiera delle Icone he già potevano vantare presenze illustri come quelle di Patrick Vieira, Rui Costa, Lev Yashin, Thierry Henry, Ronaldo Nazario, Pelè e Diego Armando Maradona.
I 3 momenti più significativi in cui è rappresentato Ronaldinho nel videogioco FIFA 18 sono in ordine di tempo i seguenti:
- Ronaldinho nel 2002, quando da giocatore del PSG vinse il mondiale di Korea e Giappone.
- Il fenomeno di Porto Alegre viene rappresentato nella straordinaria annata del 2004, quando vinse la Liga spagnola e si aggiudicò il Fifa World Player of the Year.
- Infine nel 2010 quando nella sua ultima annata al Milan nell’inizio di stagione rappresentò una pedina importante sulla strada dell’ultimo scudetto vinto dai rossoneri.
Ronaldinho Pescara
Particolari furono le voci che nell’estate del 2016 interessarono il fuoriclasse brasiliano. In quella sessione di calciomercato il Pescara allenato da Massimo Oddo, perse la sua punta titolare, Lapadula, che venne venduto al Milan per circa 9 milioni di euro.
Il Pescara orfano di un attaccante da 30 goal, sembrò interessato a poter acquistare Ronaldinho che, nonostante fosse a fine carriera, sarebbe potuto tornare in Italia con l’appoggio di alcuni sponsor, la vicinanza al mister del Pescara nonché suo ex compagno di squadra Massimo Oddo e al lavoro del presidente Sebastiani con un’agenzia sudamericana che sembrava potesse indurre anche l’ex Bayer Monaco Guerrero ad un approdo tra le fila biancazzurre.
Tutto questo discorso però cadde in un nulla di fatto in quanto Ronaldinho non approdò mai al Pescara e tutti gli interessamenti e avvicinamenti al giocatore vennero categoricamente ritenuti falsi direttamente dal presidente Sebastiani.
Ronaldinho e la felicità del gioco
Il Gaucho è stato l’immediato predecessore della coppia dei record Messi – C.Ronaldo eppure essendo ricordato come uno degli attaccanti più forti di sempre non si è mai avvicinato al duo argentino – portoghese a livello di numeri. Ronaldinho non ha mai raggiunto i 40 goal stagionali, si è sempre attestato sui 10-15.
Rispetto ai 10 anni al top di Messi e Ronaldo lui è stato veramente ad un livello elevatissimo per 3-4. C’era però un’apparente idea di base molto diversa. I due top player di adesso giocano per un fine ultimo differente dal suo. Giocano per vincere e infrangere record, lui per divertirsi e far divertire.
C’è qualcosa di romantico in questo che fa pensare sia stato probabilmente uno degli ultimi giocatori a preservare quella totale incoscienza infantile che mostra per una volta il calcio come un bellissimo spettacolo più che un cinico trionfo aziendalista.