Il cda della Rai ha approvato ieri il budget 2020 di gruppo illustrato dall’amministratore delegato Fabrizio Salini. Secondo quanto illustrato dall’ad, la gestione per l’esercizio 2020 risulta significativamente condizionata dai maggiori oneri per i Grandi eventi sportivi (Campionato europeo di calcio e Olimpiadi estive di Tokyo) e dai costi incrementali relativi ai nuovi obblighi del contratto di servizio 2018-2022.
In tale contesto, il Budget 2020 individua una serie di interventi selettivi di contenimento dei costi e sconta i benefici derivanti dalla graduale implementazione del piano industriale 2019-2021. A parità di perimetro rispetto al 2019, i costi esterni di budget si riducono di circa 50 milioni. Il risultato in perdita prospettato nel budget 2020, valutato congiuntamente con la più aggiornata stima di chiusura dell’esercizio 2019 che delinea un risultato in pareggio, definisce un quadro economico allineato agli obiettivi individuati nel piano industriale 2019-2021.
La posizione finanziaria netta 2020 è stimata in leggero miglioramento rispetto al piano industriale. Il budget 2020 si pone anche tra gli obiettivi quelli di accelerare il processo di sviluppo tecnologico e rafforzare l’offerta digitale. Nel corso della seduta è stato inoltre approvato il piano triennale per la prevenzione della corruzione 2020-2022.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il rosso previsto per il 2020 è di 65 milioni di euro, in linea con il piano industriale: i conti dovevano essere -20 nel 2019 e -47 nel 2020, ma considerando che il 2019 si è chiuso in leggero utile, il biennio è in linea. Ricavi per 2,694 miliardi con pubblicità a 650 milioni, ma resta la questione canone. Secondo il consigliere Rai eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà, se le entrate da canone andassero tutte alla tv pubblica, «non ci sarebbe nessun bilancio negativo».
Tanto quale è il problema, pagano i contribuenti italiani disperati. Quanti soggiorni, colazioni, pranzi e cene tecnici, operatori e giornalisti hanno fatto alle spalle dei contribuenti per un servizio che poteva benissimo essere organizzato e offerto da un privato senza estorcere un euro a chi lavora onestamente e paga le tasse.
Si metta sul mercato la Rai tv e tutta la sua galassia, se qualcuno se la compra bene altrimenti chiudetela.