Un attacco a 360° gradi che, tuttavia, non ha portato i risultati sperati, visto che il ricorso è stato respinto. Il Manchester City davanti al Tas si era infatti scagliato contro la UEFA a seguito dell’indagine relativa a possibili violazioni del Fair Play Finanziario da parte del club inglese. Come riportato dal “Guardian”, i Citizens avevano addirittura chiesto i danni alla stessa UEFA per la fuga di notizie relativa all’indagine portata avanti dall’organo di governo del calcio europeo.
I dettagli sulla questione sono contenuti in alcune memorie scritte pubblicate dal TAS, in relazione alla decisione del Tribunale di dichiarare “inammissibile” il ricorso del City nei confronti dell’indagine UEFA sulle possibili violazioni del FPF, decisione già resa nota lo scorso 15 novembre.
L’indagine, portata avanti dalla Camera Investigativa, ha preso corpo a seguito della pubblicazione di una serie di mail interne del club da parte della rivista tedesca Der Spiegel, secondo cui il City avrebbe ingannato la UEFA nelle sue comunicazioni finanziarie, principalmente perché il proprietario del club – lo sceicco Mansour di Abu Dhabi –, stava finanziando la sponsorizzazione del club da parte della compagnia aerea Etihad.
Il City ha negato qualsiasi violazione facendo appello al TAS contro l’indagine e sostenendo che la stessa fosse stata condotta «in modo improprio e prematuro», e che «mancava di equità procedurale e di un giusto processo», con il City che non sarebbe stato trattato al pari di altri club europei. Il club ha inoltre contestato la successiva fuga di notizie: «L’UEFA ha sistematicamente violato e continua a violare il suo obbligo di riservatezza».
Il TAS ha comunque respinto l’appello, dichiarando che un ricorso non può essere presentato fino a una decisione definitiva da parte di un organo di governo, e che allora il City avrebbe potuto presentare tutti i suoi argomenti all’udienza davanti alla Camera Arbitrale.