La sanzione comminata al Manchester City per le violazioni delle norme sul Financial Fair Play potrebbe segnare l’inizio di un inasprimento delle regole UEFA in materia. Come rilevato da “La Gazzetta dello Sport”, il massimo organismo calcistico europeo avrebbe infatti messo nel mirino le plusvalenze.
In particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano sportivo, la UEFA avrebbe deciso di allargare le proprie indagini cercando dei correttivi in grado di limitare le cosiddette “plusvalenze fittizie”. La gestione dei calciatori – o player trading – è infatti una delle voci di bilancio più significative per i club e allo stesso tempo una delle strade più rapide per sistemare i conti.
Per queste ragioni, i vertici di Nyon stanno mettendo nel mirino questa pratica utilizzata in sede di mercato da molti club, per evitare di incorrere in sanzioni in ottica Fair Play Finanziario. Una strategia – scrive “La Gazzetta – che non piace all’UEFA, ma già in forte crescita tra i club della nostra Serie A.
Resta solamente da capire che misure adotterà la UEFA per raggiungere il proprio obiettivo. Lo studio della nuova regola è ancora in corso e non è detto che si trovi una soluzione nel breve termine. Un’analisi attenta ha bisogno di tempo e il correttivo potrebbe non arrivare prima della prossima finestra di calciomercato.
l’unica è correlare la valutazione allo stipendio
Basta stabilire che indipendentemente dalla durata dei contratti il costo dei calciatori si ammortizza massimo in 2 anni. Non 4 o 5.
Non so come intendano agire.
Se stanno a scrutinare le singole operazioni è una pagliacciata, intanto perché sono centinaia se non migliaia (soprattutto i giovani scambiati a 1 o 2 milioni) e poi perché è una strada impraticabile dimostrare che un giocatore vale molto meno di quanto è stato pagato.
Specie per i giovani che in pochi mesi possono esplodere. Basti pensare a Zaniolo o Kulusevski.
Se invece applicano dei parametri alle plusvalenze, ossia non si possono fare più di un tot di plusvalenze rispetto ai ricavi operativi (o ai costi) per sanare i deficit, allora che le plusvalenze siano gonfiate o non gonfiate non interessa, perché più di un tot non si possono più fare.
E quella è una strada praticabile ed efficace.
Come politica – e come hanno sempre fatto – possono partire da parametri più laschi per poi restringerli man mano di anno in anno in modo da lasciare ai Club il tempo necessario per adeguarsi al cambiamento.
Ci sarebbero comunque distorsioni fissando un tetto massimo annuo di plusvalenze, e anche se le correlassero al fatturato.
Una misura che centra meglio il bersaglio sarebbe di fare in modo che ai fini del FFP le plusvalenze vengano spalmate nei successivi 4-5 esercizi. In questo modo quelle fittizie (ovvero realizzate attraverso scambi di giocatori dcon valutazioni gonfiate) andrebbero a contrapporsi ai maggiori costi sostenuti negli anni successivi per effetto dell’ipervalutazione dei giocatori acquistati, e quindi andrebbero ad annullarsi facendo venire meno anche lo scopo per cui vengono fatte, ovvero sistemare alla bene e meglio il bilancio corrente in cambio di maggiori costi di ammortamento spalmati negli anni a venire.
Sono d’accordo in parte con voi. Potrebbero essere 2 soluzioni per arginare il sistema! Che ripetiamo vede maggiormente coinvolte le Italiane ! La dipendenza media da plusvalenza in relazione al fatturato varia dal 15-25% per i club italiani mentre all’estero mediamente sono al 10%. Già questo dato grezzo fa capire come siamo messi.
Io andrei più a gamba tesa con 2 soluzioni che toglierebbero qualsiasi problema circa le valutazioni iper-gonfiate di certi giocatori, (1) Un organo formato da membri di Uefa e Fifa che stabilisca dei parametri di prezzo per fasce ipotizziamo (A) (B) (C) (D) (E) (F) a scaglioni avremmo giocatori da 120, 80, 50, 30, 10, da 5 a 1) e secondo stabilire delle fasce di ingaggi (Salary Cap) in base al fatturato prendendo spunto dall’NBA dove non si può superare una certa soglia all’anno e chi sfiore il SalaryCap+”Cuscinetto” , paga delle sanzioni agli organi Uefa che ne ridistribuiscono in parti uguali tra tutti i club.
(2) Mano mano nel giro di 5-6 anni Toglierei i prezzi dei giocatori e farei solo esattamente come fanno in NBA, il diritto del calciatore viene valutato in base agli anni di contratto e in base allo stipendio (che rientra sempre in delle fasce di prezzo stabilite dagli organi competenti giocatori da 18-21 anni da 0,1 a 4 milioni, giocatori da 21-25 (o con tot presenze nei massimi campionati) 4-8 , giocatori da 26-31 (con tot. presenze nei massimi campionati) 9-15, giocatori da 32-38 anni (con tot- presenze..) range più ampio.
Tutto tenendo conto di età,prestazioni, e contratto in essere.
Le società sarebbero tutelate in parte da “diritti” sulla possibilità di rifirmare i giocatori e in caso di cessione lo scambio viene effettuato solo tramite scambio di contratti o cessioni di diritti futuri su determinati giocatori. Esempio (CR7 ipotizziamo rientri nella categoria ultima, percepisca 20 milioni netti (circa 38 lordi) se 2 club , quello di appartenenza e quello interessato vogliono scambiarlo devono mettere sul tavolo opzioni future su diritti di rinnovo di qualche giovane promessa o lo scambio di altri contratti (che non per forza devono essere uguali ai 38) possono essere maggiori o minori, chiaramente devono soddisfare entrambe le società. Tornando a noi, Trade tra Juve e Psg che cedono Ronaldo + Pjanic per Verratti + Icardi + diritti su Marquinhos e qualche giovane talento.
Cosa ne pensate?
Certe proposte che son state fatte son da mettersi le mani nei capelli. Ma un libro di contabilità l’avete mai letto?