“Se il Var mi piace? Sì, ero favorevole prima, lo sono oggi, lo sarò domani. Per me il tema è quello di ridurre il margine d’errore da un servizio. L’arbitro è un servizio del calcio”. Lo ha detto il presidente bianconero, Andrea Agnelli, ospite di Radio24.
“Le parole di Commisso le hanno dato fastidio? Mi hanno fatto piacere, perché vuol dire a Sarri cosa significa essere da Juventus. Una battuta fatta l’altro ieri, passata inosservata. Se il rigore dato alla SPAL fosse stato dato a noi… A me fa piacere quando uno mi fa un favore”, ha proseguito. “Conte? Noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri. Conte è una bandiera juventina, Conte è Juventus da questo punto di vista. Con Antonio il rapporto è cordiale, disteso. La sfida che lui ha reputato più affascinante è riportare l’Inter a vincere, è una sfida ambiziosa, e per me avere questa sfida con Steven Zhang nell’ultima parte del campionato è qualcosa che mi affascina”.
“Il nostro primo semestre ottimo. Primi in campionato, agli ottavi di Champions, in semifinale di Coppa Italia. Ottimo se valutiamo il semestre e non la partita, anche se una partita a volte può fare la differenza. La mia abitudine è valutare una stagione. Pensare di voler vincere tutti gli anni a febbraio è sciocco, si vince a maggio e arrivare primi adesso in questo momento è un ottimo punto di partenza. Siamo un punto sopra gli altri, quindi stiamo rispettando le aspettative”.
“La squadra ho visto bene. Arrivano gli appuntamenti per i quali ci troviamo dall’estate, dalla preparazione fisica. L’Inter domenica, gli ottavi di Champions: sono queste le partite che i giocatori vogliono giocare. Opinione sul Lione? Grande rispetto, ma anche consapevolezza dei nostri mezzi.
“Lazio? Quello da temere è la spensieratezza.. non hanno l’obbligo di vincere. Se questa spensieratezza riescono a traghettarla a marzo aprile, può essere il loro vantaggio. Ma allo stesso tempo può essere nemica perché dopo tre risultati negativi puoi accontentarti della qualificazione in Champions. Rispetto all’Inter sono due squadre diverse, difficilmente paragonabili. L’Inter questa spensieratezza non ce l’ha perché con Conte c’è un obbligo. Inzaghi? Conosco Simone e Pippo da trent’anni, mi piacciono, li conosco da sempre. Due ragazzi per bene, con la Lazio Simone ha fatto un grandissimo lavoro. Bisognerà vedere come se e quando reagirà all’obbligo di vincere, con l’obiettivo”.
“Dire che nessuno pensi a Guardiola sarebbe un’eresia. Però in questo momento della sua vita è estremamente felice dov’è, al di là delle contingenze. Se io sono felice dove sono difficilmente lascio per dove sono. Noi siamo molto contenti di Sarri, al di là delle cene che facciamo – la risposta del n.1 bianconero – Abbiano un contratto di tre anni, la forza di un’idea è nella prosecuzione del tempo, la priorità è proprio questa. Noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri”.
“Paratici è un grandissimo dirigente e non è assolutamente sotto esame. Fabio ha dimostrato di essere un grande dirigente e lo sta dimostrando. Dal mio punto di vista non è sotto esame – puntualizza Agnelli, a proposito delle voci che vorrebbero il ds con qualche ‘veduta’ diversa -. L’unica differenza rispetto al passato è che adesso Fabio è più sotto i riflettori rispetto a prima. Con lui abbiamo cominciato un ciclo nel 2018 e il primo step è nel 2021, ma solo perché va a scadenza, così come il Cda scade, non altro”, ha detto il presidente bianconero che poi ha puntualizzato su alcuni mancati acquisti di mercato, Lukaku e Haaland su tutti: “Per fortuna alla Juventus vengono accostati i migliori giocatori del mondo, ma se guardo alle speculazioni durante l’anno noi dovremmo acquistare 50-60 giocatori ogni stagione e non possiamo comprarli tutti”. “Una squadra – conclude – si costruisce con la logica, e non va dimenticato che molti giocatori possono anche essere contenti di dove sono”.
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