Impatto del Coronavirus sui ricavi della Juventus – Nel caso in cui tutte le competizioni per club a livello nazionale e internazionale fossero annullate a causa del protrarsi dell’emergenza legata al coronavirus, l’impatto negativo sui ricavi della Juventus per la stagione 2019-2020 potrebbe essere di circa 110 milioni di euro.
E’ quanto stimano gli analisti di Banca IMI in un report sul titolo della società bianconera, in cui portano da ADD a BUY il giudizio sulle azioni della Juventus, abbassando però il target price a 1,37 euro da 1,40 euro (0,545 euro il prezzo di riferimento alla chiusura di ieri).
Impatto del Coronavirus sui ricavi della Juventus – Le stime di Banca IMI
In particolare, secondo gli analisti di Banca IMI, l’impatto sui ricavi della Juventus nella stagione 2019-2020 potrebbe essere il seguente:
- Minori ricavi da stadio per circa 25 milioni di euro, legati all’eventuale cancellazione di tutte le partite di Serie A, Coppa Italia e Champions League ancora da disputare nello scenario che la squadra guidata da Maurizio Sarri terminasse la sua avventura in Champions ai quarti di finale;
- Minori ricavi da diritti tv per circa 45 milioni di euro in caso di annullamento delle partite ancora da disputare nelle competizioni nazionali (Serie A e Coppa Italia) e internazionali (Champions League);
- Minori ricavi da sponsorizzazione per circa 40 milioni di euro alla luce della minore visibilità garantita ai partner commerciali del club alla luce dell’annullamento delle competizioni nazionali e internazionali.
Impatto del Coronavirus sui ricavi della Juventus – Anche i costi attesi in calo
La contrazione dei ricavi della Juventus, spiegano gli analisti di Banca IMI, potrebbe tuttavia essere mitigata da alcuni fattori:
- Nello scenario peggiore (annullamento di tutte le partite rimanenti nelle competizioni nazionali e internazionali) la Juventus, secondo Banca IMI, avrebbe minori costi per circa 20 milioni di euro legati a minori spese di trasporto, logistica, manutenzione e pulizia dello stadio. Ci sarebbero inoltre minori costi di gestione degli store ufficiali.
- Infine, sempre in caso di annullamento di tutte le partite rimanenti di Serie A, Coppa Italia e Champions League, la Juventus, secondo Banca IMI, avrebbe la possibilità di rinegoziare i contratti in essere con i calciatori, andando così a ridurre il costo del personale tesserato.
Per queste ragioni gli analisti di Banca IMI sostengono che l’eventuale danno relativo ai mancati ricavi potrebbe non tradursi in una flessione consistente del risultato operativo (EBIT) e del risultato netto (che gli analisti vedono comunque in rosso di 52,3 milioni di euro, senza tenere conto degli effetti del coronavirus).
Personalmente ritengo che, in caso si arrivi seriamente all’annullamento di tutte le competizioni, nazionali e non, a livello europeo, la Uefa e le varie Federazioni debbano intervenire per mitigare perdite che rischiano di essere catastrofiche per l’intero settore del calcio. E non parlo soltanto di sospendere momentaneamente o allentare i cordoni del Financial Fair Play, dato che quest’ultimo dispiega il suo effetto prevalentemente sui club più grandi e maggiormente in grado di sopportare un anno di perdite pesanti. Nello scenario peggiore, potrebbero rendersi necessari da parte dei governi veri e propri interventi compensativi dei mancati incassi, come in altri settori economici pesantemente colpiti dal Coronavirus, penso ad esempio al turismo.
Un club come la Juventus, che ha appena completato un aumento di capitale da 300 mln di euro, uscirebbe da un ipotetico annullamento di tutte le competizioni sicuramente ridimensionato in vista della prossima stagione, ma probabilmente non vedrebbe a rischio la sua sopravvivenza, così come molti altri top club della Premier League, della Bundesliga, della Liga o il Psg. Magari potremmo vedere un mercato estivo con prezzi “da saldo”, qualche risoluzione anticipata di contratti in scadenza ecc…
Ma per club più piccoli, per i quali i diritti tv e i ricavi da stadio rappresentano la quasi totalità del fatturato, la mazzata rischia di essere micidiale. Per non parlare delle squadre che militano nelle seconde e terze divisioni, dove il peso dei diritti tv si assottiglia ulteriormente a vantaggio dei ricavi da botteghino. In Italia abbiamo visto negli ultimi anni che i fallimenti sono quasi all’ordine del giorno in Serie C, anche in situazioni normali, e molti club non se la passano bene neanche in Serie B. Cosa faranno queste società di fronte ad un mancato incasso pari quasi alla metà dei ricavi di una stagione?
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