Il coronavirus ha fermato il calcio, ma il calcio non resta fermo. Società e giocatori del nostro campionato si stanno mobilitando con varie iniziative, come donazioni e raccolte fondi, per aiutare la battaglia contro il virus.
Il presidente dell’Inter Steven Zhang aveva donato 300mila mascherine alla città cinese di Wuhan a fine gennaio e 100mila euro all’ospedale Sacco di Milano per il sostentamento delle attività di ricerca. Ieri è arrivato il nuovo intervento del club nerazzurro e di Suning International, che hanno donato alla Protezione Civile altre 300mila mascherine e altri prodotti sanitari.
Anche il presidente della Roma James Pallotta ha deciso di fare la sua parte: ha donato 50mila euro all’ospedale Spallanzani e altri 50mila sono arrivati da Roma Cares, la fondazione del club, che ha anche aperto una pagina su GoFundMe per raccogliere fondi tra i tifosi.
Nella serata di ieri si è aggiunta anche la Juventus. L’annuncio è arrivato dal presidente Andrea Agnelli, in isolamento dopo la positività di Rugani: «In questo momento di emergenza, anche noi come Juventus vogliamo dare il nostro contributo, innanzitutto rispettando le regole e chiedendo a tutti di fare lo stesso: restate a casa. Ma vogliamo e dobbiamo fare di più: abbiamo lanciato una raccolta fondi per sostenere il nostro personale sanitario a Torino e nel Piemonte». La Juve ha donato 300mila euro e con l’aiuto dei tifosi, non solo bianconeri, vuole raggiungere il milione.
Nei giorni scorsi anche il Parma e il Milan si erano mossi (250mila euro donati dai rossoneri all’AREU, Azienda Regionale Emergenza Urgenza) mentre i giocatori di Pioli avevano deciso di donare un giorno di stipendio.
Tantissimi calciatori si sono mossi da soli: Florenzi, anche se oggi gioca a Valencia, ha donato 10mila euro ai reparti di terapia intensiva del San Raffaele di Milano; Zaniolo ha promosso la raccolta fondi per il Sant’Andrea di La Spezia. Si sono fatti promotori di donazioni, tra gli altri, anche Petagna, Bernardeschi, Gagliardini, Correa, Immobile, Insigne. Citarli tutti sarebbe impossibile, perché davanti al Coronavirus nessuno si è tirato indietro. Per non parlare dei messaggi lanciati dai calciatori, ad esempio quello di Caputo dopo il gol segnato contro il Brescia.
Da sottolineare infine l’iniziativa dei tifosi dell’Atalanta che hanno deciso di rinunciare al rimborso del biglietto per la gara di Champions League con il Valencia, o meglio di devolverlo all’ospedale Giovanni XXIII, uno di quelli in prima linea nella cura dei pazienti con Coronavirus. E hanno deciso di farlo anche altri atalantini. Si tratta di circa 1.200 tifosi per un totale di 60mila euro.