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Il Presidente del Genoa Enrico Preziosi (Insidefoto.com)

Enrico Preziosi: intervista sul coronavirus e la ripresa del campionato

“Non si può definire una data per la ripresa del campionato, anche se Lega e Federazione sono concordi sulla data del 9 maggio”. Sono le parole del presidente del Genoa Enrico Preziosi che ai microfoni di Radio Kiss Kiss, ha spiegato la suo opinione riguardo all’impatto del Coronavirus sul mondo del calcio.

“Sicuramente prima della ripresa della competizione i calciatori dovranno rifare la preparazione, oggi però viviamo senza fare previsioni. Di certo il contagio deve essere rallentato, perché la salute è la priorità” ha proseguito il presidente del Grifone.

Enrico Preziosi sullo spostamento di Euro 2021

Per quanto riguarda lo spostamento degli Europei all’estate del 2021 Preziosi ha detto: “Spostare gli Europei al 2021 per far terminare i campionati è una decisione corretta, ne parlammo già in Assemblea, come anticipato dal presidente dell’Eca Agnelli”.

Enrico Preziosi: l’impatto dell’economia sul coronavirus

Preziosi non è solo uomo di calcio ma anche un imprenditore e ha parlato dell’impatto del coronavirus sull’economia e su come questa crisi deve essere affrontata: “La filiera della distribuzione è ferma, capisco la cassa integrazione, ma sarà difficile ripartire dopo il grande danno subito dagli imprenditori. Il Governo deve valutare attentamente. Il Decreto Cura Italia non mi convince, non tocca nemmeno il 10% delle problematiche. Qualsiasi provvedimento è sempre ben accetto, ma le imprese vanno aiutate e la bozza del decreto non va in questa direzione. Vada approfondita la problematica perché è enorme”.

“Non so questa cosa quanto costerà, ma si va nella direzione di finire i campionati, virus permettendo. Bisogna capire quando arriverà il picco di contagi anche al centro e al sud Italia, sperando non accada nulla. La gente resti a casa per non infettarsi e propagare il virus. Bisogna vivere alla giornata, è difficile fare previsioni. In Cina ci sono misure molto più restrittive. Lì se esci ti arrestano, c’è un sistema meno democratico. Qui c’è ancora gente che va in giro, il problema è grosso” ha concluso il presidente della società rossoblu.

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