Tommasi ripresa Serie A
(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Portare a termine la stagione 2019/20 sarà complicato, questo è indubbio. Tuttavia, i calciatori sono disponibili a patto che lo “sforzo” porti a concludere i tornei. E’ questa la posizione dell’AIC, espressa dal presidente Damiano Tommasi, che ne ha parlato in un’intervista rilasciata a “Libero”.

«Noi speriamo che ci siano le condizioni per tornare in campo», ha esordito a proposito dell’eventualità di concludere la stagione anzitempo. «Lunedì abbiamo affrontato per la prima volta questa prospettiva. E abbiamo detto che siamo pronti a fare la nostra parte per salvare il sistema».

Sui danni economici, Tommasi spiega: «I calciatori sembra che siano l’unico costo… La verità è che lo stop alla stagione certifica una situazione: senza classifica non ci sono i bonus legati al risultato. In caso di ripresa, invece, bisognerà calcolare i danni per i club e le richieste ai calciatori. E se un giocatore ha già un accordo con un’altra squadra dal 1° luglio? Prolunga o cambia maglia? Sono temi da affrontare in fretta».

Tommasi torna poi sulle condizioni minime per riprendere: «Innanzitutto deve esserci una prospettiva che oggi manca. Al momento le persone devono limitare i nostri spostamenti, perché dobbiamo far uscire di casa i calciatori? Per una stagione che non si sa se riprenderà? Non ha senso tornare in campo per “sperare”. Anzi, c’è il pericolo di altre positività che blocchino tutto. E bisogna capire gli effetti dell’infezione sull’ idoneità sportiva: Pepe Reina ha confessato di essersi sentito mancare l’ossigeno per 25 minuti…».

In particolare, ci sono dei paletti da considerare: «Tre aspetti: 1) che l’emergenza sia finita, e ce lo auguriamo tutti. 2) Se si torna a giocare deve essere per portare a termine la stagione anche oltre il 30 giugno, perché mancano ancora tante partite. Scegliere a tavolino promossi e retrocessi è complicato, parliamo di investimenti importanti come per il caso del Benevento. 3) Si deve poter viaggiare in sicurezza, perché non è solo questione di allenarsi ma di muovere 50 persone due volte a settimana in quella che oggi è zona rossa. E parlo per esperienza personale…».

Infine, una battuta sul dilettantismo: «L’incertezza maggiore riguarda i campionati apicali del dilettantismo: la D, le categorie femminili, il calcio a 5. Qui molte squadre sono quasi rassegnate sulla chiusura della stagione e cerchiamo di capire come recuperare parte delle somme pattuite con i tesserati».

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