La FIGC ha diramato nella giornata di ieri un comunicato per rendere conto di quanto emerso nella riunione della Commissione medica federale, presieduta dal prof. Paolo Zeppilli. Un incontro servito ad analizzare e definire un protocollo di garanzia per il mondo del calcio in merito alla ripresa dell’attività sportiva.
«Durante la riunione sono state presentate le linee guida che verranno integrate a breve dalle indicazioni degli esperti e dei rappresentanti delle componenti per definire il prima possibile il protocollo unitario definitivo», ha scritto la Federcalcio in una nota.
«Nel confronto, inoltre, è emersa come raccomandazione che nella prima fase il “gruppo squadra” sia raccolto in un luogo “chiuso” (ad es. centri sportivi, di allenamento e simili), ovviamente sanificato e rispettoso di tutte le norme igieniche-comportamentali, anche per coloro che non appartengono al gruppo ristretto».
Il riferimento è alla prospettiva dei maxi-ritiri nei centri di allenamento, che consentirebbero di isolare e controllare al massimo atleti e tecnici. Così ci si potrebbe avvicinare al “rischio zero” auspicato, ma questa soluzione porta con sé delle controindicazioni.
Come svelato da Tuttosport, solamente dieci club sarebbero in grado di permettersi di seguire questa strada, avendo le camere nei centri di allenamento: tra questi, Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Napoli, Atalanta e Parma.
Le altre – oltre alla maggior parte dei club di B e C – dovrebbero seguire strade alternative. Per questo motivo sono allo studio due protocolli alternativi:
- Uno per chi decide di far dormire i giocatori in hotel vicini ai centri di allenamento;
- Un secondo per chi decide di far tornare i giocatori a casa ogni sera.
Queste due soluzioni non convincono però l’associazione dei calciatori. Se ne riparlerà nella prossima riunione, in programma martedì 14 aprile, quando si discuterà anche dei protocolli validi per il giorno della partita, negli stadi a porte chiuse.