Cosa succede se giocatore positivo coronavirus
Controlli medici allo stadio per il coronavirus (Photo Daniele Buffa / Insidefoto)

“Gli eventi sportivi rappresentano per loro natura un assembramento. E sappiamo che un gran numero di persone in un luogo ristretto quando sta circolando un virus risulta in un’amplificazione del rischio di contagio. Anche a noi manca molto lo sport, ma vogliamo che sia sicuro e chiediamo alle associazioni nazionali e internazionali di lavorare a questo scopo”. Sono le parole di Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), durante il media briefing svoltosi oggi a Ginevra.

“La scienza possiede le evidenze – ha proseguito, come riporta l’Adnkronos – ma poi c’è la vita pratica. Dobbiamo capire che se creiamo assembramenti e qualcosa va storto, la colpa sarà di chi lo ha consentito, se ci sarà un altro focolaio. Dobbiamo in qualche modo arrivare a un ‘contratto sociale’ che consenta ai governi e alle comunità di co-gestire il rischio e capire quale livello di pericolo siamo pronti ad affrontare, riducendolo al minimo accettabile”.

“Le migliori evidenze scientifiche ci dicono che il distanziamento sociale è una misura efficace per ridurre i rischi. Quando si riduce la distanza si deve sapere che il rischio aumenta. Ma allo stesso tempo le persone vogliono tornare a una vita normale: per questo bisognerà discutere con cautela facendosi guidare dalla scienza, ma anche dalla realtà”, ha concluso.

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