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Prestiti garantiti oltre 25 mila euro – Sono sei i principali paletti che dovranno essere rispettati dalle imprese per avere accesso ai prestiti bancari superiori a 25 mila euro garantiti da Sace e necessari a far fronte alla crisi economica derivante dall’emergenza Coronavirus.

Come spiega MF – Milano Fianza, l’obiettivo è offrire liquidità alle imprese che hanno visto il business frenare a causa del lockdown, ma non a quelle che avevano già una situazione di precarietà finanziaria. Uno scenario non gradito alle imprese, con Confindustria pronta a dare battaglia.

Prestiti garantiti oltre 25 mila euro – I requisiti

Nell’accordo tra ABI e Sace per fissare le regole della garanzia e dei prestiti viene ricordato che, per il via libera all’operazione, la banca, al 29 febbraio scorso, deve avere classificato in bonis il cliente, il quale deve essere privo di esposizioni scadute e deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze.

A questi paletti si aggiungono altri tre vincoli fissati dalle banche:

  • incidenza della perdita di esercizio rispetto al patrimonio netto inferiore al 50%;
  • rapporto tra l’ammontare dei debiti rispetto al patrimonio netto negli ultimi due anni inferiore a 7,5;
  • rapporto tra ebitda (o margine operativo lordo) e oneri finanziari degli ultimi due anni maggiore di 1.

Le ultime due condizioni non valgono per le Pmi. Tuttavia, «le banche potrebbero decidere autonomamente di alzare l’asticella dei requisiti richiesti alle imprese rispetto ai vincoli minimi fissati nell’accordo», spiega l’avvocato Marco Romanelli, partner dello studio Carbonetti che ha lavorato alla definizione degli accordi tra Sace ed enti creditizi.

«L’istruttoria – ha proseguito – rimane prerogativa esclusiva delle banche e, se c’è il loro via libera, l’analisi demandata a Sace di regola è circoscritta alla verifica di completezza della delibera di fido, con esclusione di autonome analisi circa il merito creditizio dell’impresa finanziata».

«Il decreto ha dato a Sace un ruolo significativo nel sostegno al sistema economico ma le banche non sono state obbligate a fare credito alle imprese, anche perché gli istituti mantengono la responsabilità, anche penale, delle decisioni prese», ha concluso Romanelli.

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