Marquez intervista DAZN
Marc Marquez festeggia il suo ottavo titolo in carriera (Foto Vincent Guignet / Panoramic / Insidefoto)

Non ci sono ancora certezze sulla data di partenza di questa stagione del Motomondiale, ma anzi la cancellazione delle tappe in Olanda, Germania e Finlandia rende ancora tutto più complesso. A partire con i favori del pronostico sarà certamente ancora Marc Marquez, protagonista nella scorsa annata di un’annata disputata praticamente senza avversari, forte non solo di una moto altamente competitiva ma anche di una passione che nasce lui sin da quando era un bambino. “Sin da piccolo, io volevo essere come quelli che vedevo in TV – ha raccontato ai microfoni di “The Making Of”, la docu-serie realizzata da DAZN Originals, disponibile sulla piattaforma per la prima volta per l’Italia da venerdì 1 maggio -. Quando dico piccolo, intendo verso gli otto, nove anni. Io volevo diventare pilota di motocross. A me la velocità non interessava. Continuavano a dire a mio padre: ‘Iscrivi tuo figlio alle gare di velocità perché sa prendere bene le curve, è uno che va veloce. E da quel momento, dai nove anni, cominciai a interessarmi alla velocità. “uello che mi hanno insegnato è che sulla moto sei solo. Hai una squadra alle spalle che lavora duro ed è parte dei tuoi successi, ma quando sei sulla moto l’ultima decisione spetta a te ed è lì che devi seguire il tuo istinto“.

In 3 episodi potremo ripercorrere i momenti chiave della carriera del pilota spagnolo lasciando spazio ad adrenalina e colpi di scena che meglio descrivono la sua incredibile crescita. Nel primo episodio vedremo un giovanissimo Marquez conquistare già il millesimo podio spagnolo nella gara dell’Estoril nel lontano 2010 in sella ad una 125. Il secondo episodio racconta la storia di un’impresa, quella di riuscire rimontare ben 32 posizioni durante la gara di Valencia del 2012 in Moto2 e che Marc riuscì a portare al termine nonostante la partenza in ultima posizione. Infine, il terzo episodio è il racconto dell’eterna rivalità tra Honda e Ducati, e più in particolare con Dovizioso, il pilota romagnolo con cui si è giocato il mondiale di Phillip Island nel 2017.

Il campione del mondo ha ricordato il momento del passaggio in MotoGp, ma soprattutto come non sia stato semplice riuscire a vincere nel 2017, quando è stato protagonista di un duello avvincente con Dovizioso: “La MotoGP, dove ci sono i tuoi idoli, dove ci sono i tuoi punti di riferimento e soprattutto era il momento di far parte della squadra dei miei sogni, per la quale avevano corso i me idoli. Doohan, Crivillé, Valentino Rossi, Hayden, Pedrosa. Tutti avevano corso per il team Honda Repsol ed era una responsabilità molto grande. La gara in Australia del 2017, la ricordo perché è importante, in quanto era una pista sulla quale Dovi stava avendo problemi. Dovizioso e la Ducati hanno un record orrendo a Phillip Island. La natura di quella pista, le caratteristiche di quel circuito non sono adatte alla Ducati. È come la kryptonite per Superman”.

Ormai da qualche tempo i rapporti con Valentino Rossi non sono dei migliri, ma lo spagnolo spende parole positive per il pesarese, il veterano del Motomondiale. A sorpresa, rivela che anche i rapporti con un suo ex compagno di squadra non siano sempre stati dei migliori: “Da Valentino puoi imparare tantissime cose. All’inizio il nostro rapporto era buono, come lo era con altri piloti, ma qui c’è un tema importante da evidenziare: il rapporto è buono quando non lotti per lo stesso obiettivo. La stessa cosa mi è successa con Dani Pedrosa, eravamo amici. Ma quando lottavi per il campionato, c’era questa tensione, che il tuo rapporto era ‘Ciao, come stai?’, ‘Bene, grazie’, e nient’altro. Ma è una tensione sana, che è necessaria per la competizione.

L’adrenalina che si respira in pista è forte e lui è certamente uno a cui non manca la voglia di dare il massimo: “Se c’è un contatto da dietro, la prima cosa che faccio è voltarmi, per vedere chi è stato. Mi piace vedere chi mi ha colpito. Quella è la prima cosa che faccio ed è un riflesso, infatti poi mi dico: ‘Perché ti sei girato e hai perso tempo per guardare?’ Ma io sono così, viene da dentro. Poi te e dimentichi e riparti, riprendi il tuo ritmo. Siamo tutti piloti, siamo tutti combattenti. È qualcosa che facciamo sin da piccoli e rende le cose entusiasmanti quando cerchi di infilarti in quei piccoli spazi. La gara sarà così oggi. Oggi andrà così. Tutti lo hanno fatto. Per la serie: tu sorpassi lì? Io sorpasso qui. Vuoi lasciare un segno del tuo pneumatico sulla mia gamba? Io te lo lascio sul fianco” – ha concluso.

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