Sporting Lisbona e Sampdoria potrebbero finire davanti alla Fifa, per un contenzioso riguardante una clausola presente nell’accordo per il trasferimento di Bruno Fernandes dalla società blucerchiata al club portoghese.
Nel 2017, quando Fernandes si trasferì in Portogallo, la Samp incassò 8,5 milioni di euro (più altri 0,5 milioni di eventuali bonus) e ottenne il diritto di ricevere il 10% della plusvalenza derivante da un’eventuale cessione futura.
Durante l’ultima sessione di mercato invernale, il centrocampista classe ’94 è stato acquistato dal Manchester United per un corrispettivo fisso di 55 milioni di euro ed eventuali altri 25 milioni sulla base di bonus differenti. Ragionando sulla parte fissa, lo Sporting ha dunque fatto registrare una plusvalenza di 50,75 milioni di euro dalla cessione del calciatore, motivo per cui avrebbe dovuto destinare alla Sampdoria 5,075 milioni di euro, ovvero il 10%.
Lo Sporting, secondo il quotidiano sportivo lusitano A Bola, ritiene che la clausola pattuita con la Sampdoria sia venuta meno, poiché, un anno dopo il suo trasferimento, il giocatore rescisse il contratto unilateralmente per giusta causa dopo l’aggressione subita dai calciatori dello Sporting, in seguito all’invasione dell’Accademia Alcochete da parte dei tifosi nel maggio 2018. Il trequartista, dopo aver fatto marcia indietro, firmò un nuovo contratto con il club di Lisbona, per questo i dirigenti portoghesi ritengono di non dovere nulla alla Samp, essendo il precedente accordo non più valido.