Impatto porte chiuse ricavi Serie A – Mentre si discute ancora su una possibile ripresa o meno del campionato italiano, nel lungo periodo il calcio si trova nella posizione di dover fronteggiare alcune situazioni certe.
“Si giocherà a porte chiuse per i prossimi 12 mesi, ma non mi sorprenderei se le attuali restrizioni restassero in vigore per i prossimi due anni“. Queste le dichiarazioni, riportate dall’Ansa, di Tim Spector, noto epidemiologo del King’s College di Londra che si esprime sulla possibile apertura degli stadi al pubblico. Parole che fanno eco a quanto dichiarato dagli esperti italiani sulla possibilità di ritornare ad assistere dal vivo alle partite non prima di un anno.
Tutto questo ha un importante risvolto economico sull’industria del calcio italiano e internazionale in generale. Se per questa stagione, e quindi per i bilanci in chiusura al 30 giugno 2020, i club dovranno trovare delle soluzioni per far fronte alle richieste di rimborso da parte degli abbonati, è chiaro che per la prossima le società non potranno contare sui ricavi derivanti da vendita di abbonamenti e biglietti.
Impatto porte chiuse ricavi Serie A, le cifre
Come detto, la previsione è quella di non poter creare assembramenti durante eventi, e quindi l’impossibilità di apertura degli stadi, per almeno tutta la prossima stagione sportiva.
Partendo dai dati ufficiali estratti dai documenti contabili depositati abbiamo stimato una perdita netta media pari al 14% del fatturato totale.
La stima è valorizzata prendendo in considerazione i bilanci chiusi al 30 giugno 2019, e le relazioni semestrali al 31 dicembre 2019 disponibili.
Nella composizione di questo prospetto sono stati riportati tutti i dati che compongono la voce “Ricavi da gare” dei bilanci di Juventus, Roma, Lazio, Inter, Milan e Napoli. L’analisi riporta, pertanto, una quota di fatturato sulla quale i club non potranno contare per la prossima stagione considerata la chiusura quasi certa degli impianti.
La Juventus dovrà pertanto rinunciare a circa 70 milioni di euro, che incidono per il 15% sul totale dei ricavi operativi prodotti al 30 giugno 2019 (escludendo dal rapporto i profitti da player trading che nell’ultimo bilancio annuale approvato ammontano a 157 milioni).
Ad una grossa fetta di ricavi dovranno rinunciare anche Roma, Inter, Milan e Napoli, mentre la Lazio in valore assoluto andrà ad assimilare una perdita minore. Per i biancocelesti, però, bisogna prendere in considerazione la mancata possibilità di incassare introiti maggiori dalla presumibile partecipazione alla Champions League della prossima stagione.
Impatto porte chiuse ricavi Serie A, i dati dei club
Analizzando anche i ricavi di tutte le squadre di Serie A, è possibile evidenziare una perdita di introiti per il sistema di circa 290 milioni di euro. Ovviamente questa valutazione spannometrica viene svolta sulla base di bilanci che fanno riferimento a stagione sportive diverse, considerando adnche la diversa chiusura dei conti che per alcuni club, facenti parte di consolidati fiscali, viene determinata sulla base dell’anno solare.
In questa prospettiva, inoltre, i numeri di Brescia, Lecce ed Hellas Verona fanno riferimento allo scorso campionato di Serie B. Il totale dei ricavi, escluse le neopromosse, segue comunque un trend stabile e quindi la proiezione risulta attendibile rispetto a quanto proposto.
Analizzando le relazioni semestrali delle società quotate in Borsa (Juventus, Roma e Lazio) è infatti possibile evidenziare come il peso dei ricavi da gara sul totale fatturato (sempre escludendo il player trading) mantenga lo stesso trend percentuale.
Per la Juventus, in questa stagione, Banca IMI ha già stimato una contrazione dei ricavi per circa 110 milioni di euro per il prossimo bilancio in chiusura al 30 giugno 2020 se non ripartiranno le competizioni nazionali ed europee, mitigata dall’accordo con i giocatori per la rinuncia a 90 milioni dagli stipendi per la stagione in corso.
L’emergenza pandemica, con il conseguente stop delle competizioni, avrà notevoli impatti sull’industria del calcio non solo nel breve periodo ma soprattutto nel medio-lungo periodo. La sfida più importante per le società italiane sarà quella di trovare soluzioni diverse per sopperire alla mancanza di ricavi da match-day e avere la capacità di trovare nuove fonti di reddito. L’argomento discusso da anni riguarda la dipendenza dei fatturati della Serie A dagli incassi dei diritti TV e, nel momento in cui si continua a discutere con i broadcaster, bisognerà essere in grado di rispondere alle variazioni derivanti da condizioni esogene al sistema che potrebbero, come detto, far emergere ulteriori perdite a livello di fatturato.
La grande sfida sarà trovare, quindi, fonti di ricavo alternativo senza far affidamento sulle sole plusvalenze per non incorrere in problemi di liquidità.
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