James Pallotta, presidente della AS Roma (Foto Gino Mancini / Insidefoto)

E’ ormai risaputo che l’emergenza Coronavirus abbia completamente bloccato la trattativa per il passaggio di proprietà della Roma, dalle mani di James Pallotta a quelle del magnate texano Dan Friedkin.

L’operazione è in fase di stallo, ma non è saltata definitivamente. Servirà trovare comunque un nuovo punto d’incontro sulla valutazione del pacchetto di maggioranza del club. Una cosa non facile vista la difficoltà – al momento attuale – di stimare con precisione gli effetti della crisi.

Per questo motivo, stando a La Gazzetta dello Sport, Pallotta ha deciso di non rimanere a guardare e fa girare il dossier giallorosso in tutto il mondo, in cerca di acquirenti. Ad occuparsene è Goldman Sachs, la banca d’affari di fiducia del presidente, che per la ricerca di potenziali compratori starebbe guardando anche in Arabia Saudita.

Rimbalza da Londra la notizia di un interessamento al club da parte di uno dei fondi sovrani, che farebbe capo a Muhammad bin Salman, figlio del re Salman. Notizia da prendere con cautela, dato che il principe è alle prese con il tentativo di rilevare il Newcastle – club di Premier League – per 300 milioni di sterline.

Sulla sua strada, però, ci sono due ostacoli: la concorrenza dell’imprenditore inglese Mike Ashley e la norma che vuole ogni proprietario dei maggiori club britannici promosso dal “fit and proper person test”, una sorta di profilo tecnico, etico e legale dei candidati, introdotto per tenere lontani speculatori o personaggi con un passato turbolento.

Muhammad bin Salman è un personaggio a dir poco controverso, collegato all’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi. A più riprese da Amnesty International – ma anche da BeIN, in relazione al caso di pirateria di BeoutQ – sono state mosse critiche nei confronti dell’operazione Newcastle.

Da qui la valutazione di altre acquisizioni, in Spagna soprattutto. Ciò non toglie che anche la Roma, a cui peraltro era stato accostato già nel 2018, rientra nella sua sfera d’interesse. L’impressione, però, è che il club italiano sia più costoso, considerando anche i ricavi più contenuti rispetto alle società di Premier League.

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