“Posto che non siamo affezionati al dibattito su quanti stadi occorre avere in città, francamente non vediamo la necessità di averne due nello stesso luogo, vorremmo concentrarci su quella che si potrebbe già annunciare come una nuova massiccia edificazione sulla città, in un’area già abbastanza colorata di grigio e congestionata dal traffico. Crediamo che occorra alzare lo sguardo dallo stadio e occuparsi del contorno, collegando tra loro ad esempio, le grandi aree verdi dell’Ovest Milano e puntando su un quartiere a basse o nulle emissioni. Solo così lo stadio avrà reso un ulteriore servizio alla città”. Lo dichiarano Barbara Meggetto, presidente di LegambienteLombardia, e Franco Beccari, presidente del circolo Reteambeinte Milano, sul nuovo stadio di Milano.

Per l’associazione lo stadio “deve essere collegato con quanto intorno e deve essere sostenibile, sia nella struttura sia nella possibilità di essere raggiunto senza usare mezzi inquinanti, decongestionando così il quartiere”. È necessario “collegare il verde in tutto quel vasto quadrante urbano”, l’ippodromo, il Parco Aniasi, quello delle Cave, Boscoincittà e di Trenno, Cascina Linterno, Piazza d’Armi e Monte Stella.

“Il Meazza rinnovato deve emergere da un abbraccio di verde, di qualità e accessibile, finalizzato ad aumentare la dotazione di spazi di verde pubblico di una città che, nonostante gli sforzi di questi ultimi anni, ne rimane gravemente sottodotata rispetto alle altre grandi città europee, anche in rapporto alla crescita demografica milanese che, se come ci auguriamo proseguirà nei prossimi anni, acuirà il bisogno di verde fruibile la cui insufficienza è stata fortemente percepita nelle difficili settimane di lockdown”, concludono da Legambiente.

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