E’ ufficiale la cessione di Icardi al Paris Saint Germain. La cifra, circa 50 milioni più 8 di bonus, garantisce una notevole plusvalenza ai nerazzurri. Cui si sommerebbero ulteriori 15 milioni, secondo le indiscrezioni, in caso di un passaggio dai parigini ad un club italiano nel futuro.
Secondo le stime di Calcio e Finanza, il valore residuo dell’argentino al 30 giugno 2020 sarà di 1.872.256 euro. Pertanto il compenso pattuito assicura una plusvalenza quasi totale da iscrivere a bilancio (qui l’articolo di approfondimento).
Sul conto economico in chiusura al prossimo giugno il ricavo da player trading generato dalla cessione dell’ex capitano dell’Inter va a sommarsi alle cessioni finalizzate tra la scorsa sessione estiva e quella invernale.
Nelle ultime stagioni, i dirigenti nerazzurri (Ausilio in primis) sono riusciti a realizzare importanti plusvalenze, soprattutto con i giovani, capaci di aiutare a rispettare i parametri del Financial Fair Play imposti dal settlement agreement. Nello scorso esercizio, per esempio, circa 28 dei 40 milioni di plusvalenza iscritti a bilancio derivavano dalle cessioni di Pinamonti e Vanheusden, giovani su cui comunque l’Inter ha conservato diritti di prelazione “morale”.
Tramite i dati raccolti da Calcio e Finanza, abbiamo realizzato uno studio per analizzare il peso delle plusvalenze sulla composizione del fatturato nerazzurro dal 2000 ad oggi, oltre a valutarne l’importo in termini assoluti.
Con la plusvalenza garantita dalla cessione di Icardi, come detto, il valore al 30 giugno 2020 salirebbe a circa 67 milioni di euro. Il dato tiene in considerazione anche la plusvalenza per la cessione di Politano – prestito oneroso biennale da circa 2 milioni e obbligo di riscatto fissato a circa 19 milioni – che l’Inter potrebbe decidere di iscrivere a bilancio fin da subito.
Una cifra che sarebbe la quarta più alta nel ventennio considerato e la più elevata dal 2010. In quella stagione i nerazzurri realizzarono la cessione più redditizia della loro storia con il passaggio di Ibrahimovic al Barcellona per 69,5 milioni, che fruttò circa 53 milioni di plusvalenza (anche questa la più alta di sempre).
In termini di peso percentuale, invece, nell’ultimo decennio i profitti da player trading del club meneghino non hanno pesato per più del 20% sul totale del fatturato. Una percentuale che, ipotizzando che non ci siano ulteriori cessioni da qui al 30 giugno (Perisic è un altro giocatore che potrebbe garantire un guadagno di una decina di milioni) e che il fatturato dell’Inter si attesti su una cifra tra i 400 e i 450 milioni, non dovrebbe essere superata neanche in questa stagione.
Grazie a Mauro Icardi, quindi, l’Inter realizza una cessione che le permette di far fronte agli investimenti realizzati nello scorso mercato estivo (luglio e agosto) e fronteggiare i mancati introiti per il bilancio in chiusura a giugno 2020 derivanti dall’emergenza Coronavirus.
Considerato anche che il valore di Icardi potrebbe essere superiore sulla carta ai 50 milioni ottenuti dalla cessione, e ancorché i nerazzurri abbiano dovuto concedere uno sconto rispetto ai 70 milioni pattuiti con i parigini la scorsa estate per la conclusione della trattativa, sotto il punto di vista delle cifre la cessione porta dei benefici ai conti dell’Inter.
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