Il Codacons va all’attacco del Governo sulla questione dei rimborsi per eventi sportivi o spettacoli, cancellati o rinviati a causa dell’emergenza Coronavirus. Il Decreto Italia ha consentito l’emissione di voucher, al posto della restituzione dei soldi spesi dagli utenti per assistere a una manifestazione.
«E’ stata una decisione frettolosa, presa senza un’adeguata riflessione. Inoltre, all’interno del Decreto, sono stati inseriti una serie di cavilli che possono limitarne parzialmente l’efficacia», afferma l’avvocato Marco Donzelli, presidente del Codacons.
I voucher possono essere utilizzati entro un anno, un problema secondo il Codacons se – per esempio – il prossimo campionato dovesse ripartire ancora con le porte chiuse o solo parzialmente aperte: «Appunto, non viene preso in considerazione che, trascorso del tempo, possono venire meno le condizioni per cui un tifoso ha scelto di abbonarsi».
«Almeno fossero state inserite meno limitazioni. Ad esempio, allungare a 3 anni la possibilità di utilizzo del voucher, o consentirne la cessione ad un’altra persona, oppure ancora permettere l’acquisto anche di altri beni, come il merchandising del club. A me pare che, in questo modo, si voglia far pagare al consumatore una parte delle perdite a cui sono andate o andranno incontro le società», ha aggiunto Donzelli.
Alcuni club di Serie A hanno anche inserito nei contratti di sottoscrizione degli abbonamenti una clausola che esclude il diritto al rimborso. «Come già dichiarato in passato, qui siamo davanti a clausole vessatorie. E, in ogni caso, non potrebbe essere nemmeno questo l’ambito di applicazione: semmai sono, legate ad altri fattori, come le intemperanze del pubblico a cui segue un provvedimento delle autorità. Per rimanere in campo giuridico, l’abbonamento al campionato non può che essere regolamentato dal codice del consumo. Non si possono fare distinzioni tra settori e lo sport non è da considerare diverso dagli altri».
A tal proposito, il Codacons si sta già muovendo: «Qualcosa dovrà essere corretto in quel Decreto. Per il resto, stiamo raccogliendo le segnalazioni dei consumatori. Ne arrivano di tutti i generi e in continuazione. Le prime lettere di contestazione sono già partite. Abbiamo un elenco di nominativi, più avanti valuteremo come procedere. Nel senso che ognuno potrà andare avanti per conto proprio, ma non sono da escludere class action. Tanto più che le cifre in gioco sono considerevoli. Basti pensare a quanto ha speso una famiglia che ha sottoscritto un abbonamento per 2 o 3 persone…».