Causa Roma Petrachi
(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Fienga sospensione Petrachi – La ripartenza del campionato è ormai imminente, ma a Roma il clima è già teso dopo il dissidio tra il presidente James Pallotta e il direttore sportivo Gianluca Petrachi. Sull’argomento è tornato il CEO della società capitolina, Guido Fienga, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

«Siamo molto contenti di come società e squadra hanno affrontato una pandemia totalmente imprevedibile. È stata dimostrata massima maturità da un gruppo di uomini veri. Fonseca, i calciatori e lo staff tecnico sono stati molto uniti, allenandosi e confrontandosi costantemente per mantenere un livello fisico adeguato a una ripresa che per molto tempo è stata incerta», ha detto Fienga.

«E io sono grato a tutti loro per il supporto dato alla società nell’affrontare l’emergenza, e mi riferisco non solo alla professionalità e alle iniziative di solidarietà, ma anche a risvolti pratici importanti per il club (il taglio e la spalmatura egli stipendi, ndr)», ha aggiunto il CEO giallorosso.

«Siamo sempre stati favorevoli alla ripresa, unica via per tornare alla normalità, anche se senza il pubblico non potrà mai essere la stessa cosa, soprattutto per chi ha come la Roma ha nei suoi tifosi straordinari il 12° uomo in campo. Abbiamo fatto il necessario per riprendere con la massima attenzione agli standard di sicurezza, per proteggere i giocatori e le loro famiglie», ha spiegato ancora.

Sulla vicenda Petrachi e sulla sospensione del Ds, Fienga ha detto la sua: «Non crediamo che la Roma si stia facendo male. Proseguiamo convinti nel nostro progetto di crescita e ci affidiamo agli uomini che sappiano interpretarlo. Avremmo voluto evitare la decisione di sospendere il Ds, ma evidentemente è stata inevitabile, essendosi rotto un rapporto fiduciario, che è la base di una relazione. Ma la concentrazione di club e squadra resta massima, in vista del campionato e della Europa League».

Una scelta che ha scaturito non poche polemiche sui social, con i tifosi che hanno mostrato un certo timore che possa essere un sintomo di un ridimensionamento delle ambizioni societarie. «Innanzitutto, ci tengo a dire che il progetto Roma non prevede ridimensionamenti, prescinde dai singoli e va avanti sulle stesse traiettorie che abbiamo sempre illustrato».

«Non cambia di una virgola l’intenzione di far salire di livello società e squadra con elementi all’altezza per far stare la Roma lì dove merita: ai vertici del calcio italiano e protagonista in Europa. Petrachi ha partecipato allo sviluppo di questo progetto, ma è stato evidente, specie nelle ultime esternazioni pubbliche e private, un disallineamento nella sua percezione dei ruoli e nel rapporto con i vertici della società. In ogni caso, il disallineamento non riguarda assolutamente temi di mercato».

«Avremmo preferito evitare una scelta del genere a una settimana ad una ripresa della stagione, soprattutto considerando la fatica che abbiamo fatto per riprendere. Evidentemente non è stato possibile», ha ribadito Fienga con rammarico.

Il CEO ha concluso a proposito della possibile cessione del club: «Il tema della cessione del club è un discorso che riguarda la proprietà che fa le sue valutazioni. Ma è assolutamente chiaro il compito del management che guida il club: portare la Roma sempre più in alto con un percorso di sviluppo che consenta a tutti i giocatori, dai giovani talenti ai campioni più esperti, di soddisfare le loro legittime ambizioni di giocare qualsiasi competizione sempre con la possibilità di vincerla. L’eventuale cambio della proprietà non ha alcun impatto sulla strategia e sulle modalità di gestione del club».

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