Le calciatrici italiane diventeranno professioniste a partirte dalla stagione 2022-2023: è quanto stabilisce il progetto di introduzione graduale del nuovo status, proposto dal presidente della Figc Gabriele Gravina e approva all’unanimità dal consiglio della federcalcio.
“Introducendo il tema dello sviluppo del calcio femminile italiano, il presidente Gravina ha proposto, e il Consiglio ha condiviso all’unanimità, l’avviamento di un progetto graduale teso al riconoscimento del professionismo, a partire dalla stagione 2022/2023. Questa prospettiva, infatti, è stata ritenuta la migliore per formalizzare un passaggio divenuto ormai improcrastinabile sul tema della pari dignità, garantendo al tempo stesso un periodo adeguato per preparare il sistema, in attesa dei decreti attuativi anche su questo argomento che sta preparando il Ministro per lo Sport Spadafora nell’ambito della discussione della legge delega di riforma”, si legge nel comunicato della Figc.
“Il Consiglio, inoltre, ha approvato il nuovo sistema delle Licenze per il femminile ed ha provveduto a stabilire date e format per la nuova stagione sportiva: la data di avvio del campionato 2020/2021 al 22 agosto, anche per andare incontro alle esigenze della Nazionale impegnata a settembre nelle gare di qualificazione all’Europeo in programma nel 2022. La Serie B, che da quest’anno sarà a 14 squadre per consentire ad ogni girone di C di promuovere una squadra, inizierà il prossimo 13 settembre con due promozioni in A e quattro retrocessioni in C. Si allarga anche la formula della Coppa Italia con 26 partecipanti totali”.
“Per la Supercoppa si è preferito, tenuto conto della sospensione definitiva del campionato, di varare una formula a 4 con le prime classificate del 2019/20. Per il campionato Primavera ci saranno invece novità a partire dal 2021/22 con l’istituzione di due livelli di competizione: Primavera 1 e Primavera 2 con promozioni e retrocessioni tra i due tornei”.
“La decisione presa dal Consiglio Federale è ispirata da un forte senso di responsabilità accompagnato da una certa lungimiranza – ha sottolineato il presidente Gravina dopo la votazione – scriveremo tutti insieme il progetto per rendere sostenibile il percorso tracciato oggi, per aumentare la competitività del calcio femminile di vertice ma anche facendo crescere inevitabilmente la base”.
[…] Nel frattempo, grazie all’impulso dell’Inghilterra, il calcio femminile si diffuse in tutta Europa e in Italia, le prime squadre iniziano a formarsi negli anni Trenta: il primo club calcistico femminile italiano era sito in via Stoppani 12, Milano ed era formato da un gruppo di donne che giocavano in sottana. La squadra milanese, dopo solo nove mesi di vita, fu sciolta a causa delle pressioni delle istituzioni sportive del Ventennio e solamente nel 1946 dopo la Seconda Guerra Mondiale, il calcio femminile trovò la sua struttura in Italia, ma per l’istituzione della Federazione Italiana Calcio Femminile (FIC), bisognerà attendere fino al 1968. La strada, fino ad oggi, fu tutta in salita e continuerà ad esserlo per un bel pò di tempo, dagli anni 70 in poi, la storia del calcio femminile fu intricata, ricca di fusioni e scissioni, basti pensare che solo nel 1986 entrò a far parte della FIGC, che il primo campionato femminile fu disputato nel 1991, che questo sport arrivò ai Giochi Olimpici solo nel 1996 e, infine, solamente oggi, nel 2020, si è avviato il progetto teso al riconoscimento del professionismo per le calciatrici. […]
[…] Ciononostante, le nostre calciatrici dovranno aspettare fino alla stagione 2022/2023 per il loro passaggio al professionismo, secondo il recente progetto della FIGC. […]