Il Covid-19 influisce anche sul calciomercato. E il concetto di buy the dip – acquistare titoli a sconto – si può spostare, così, anche nel mondo del pallone, tanto quanto nel campo degli investimenti. Dall’inizio del periodo di emergenza sanitaria legata al Coronavirus, i mercati finanziari hanno perso circa il 30% del loro valore: un calo simile a quello stimato per il valore dei calciatori, con simili opportunità ora nella ripresa degli investimenti.
Qualcuno, in tal senso, ne ha già in parte approfittato, guardando all’andamento ad esempio delle Borse. Dopo un pesante crollo iniziale (il FTSE MIB dal 19 febbraio al 12 marzo ha perso il 41%), infatti, i principali indici sono in lenta risalita negli ultimi mesi (+30% tra marzo e giugno), segnale che gli investitori sono tornati a puntare sulla Borsa. E il buy the dip, ovverosia comprare quando il mercato è in un momento di crollo e di debolezza, sembra essere già stato attuato, almeno in parte.
Una flessione dei prezzi che ha quindi offerto opportunità per tutti, e lo stesso potrebbe vedersi nel mondo del calcio. Secondo KPMG, in Serie A il valore dei giocatori rischia di scendere fino al 28%, stessa stima realizzata dal Cies che vede un crollo da 32,7 a 23,4 miliardi di euro (-28%) del valore di mercato dei calciatori dei top 5 campionati europei. Una ulteriore difficoltà è rappresentata anche dallo spostamento in avanti del calciomercato, che in Italia, ad esempio, sarà ufficialmente aperto dall’1 settembre al 5 ottobre 2020.
Sembra possa essere difficile, quindi, vedere una ulteriore crescita esponenziale dei prezzi dei calciatori come quella seguita al passaggio di Neymar e Mbappé al PSG (estate 2017). Tuttavia, la svalutazione dovuta al Covid-19 mette i club più solidi finanziariamente nella possibilità di investire sulle stelle del futuro a prezzi sicuramente più abbordabili. Colpi come Werner al Chelsea, acquistato per “soli” 50 milioni, o Icardi al Psg per 50 milioni, sono influenzati da clausole o da accordi precedenti ma non solo: in fondo, si tratta di giocatori che solo un anno fa, probabilmente, sarebbero stati trattati a cifre ben superiori.
I club tradizionalmente venditori, se fino allo scorso gennaio potevano permettersi di tenere alti i prezzi, oggi alla luce della crisi economica hanno bisogno di plusvalenze ma soprattutto di liquidità. Difficile che rinuncino a monetizzare, anche a cifre più basse rispetto a quelle che avrebbero spuntato solo qualche mese fa.
“Nei momenti di crisi si aprono grandi opportunità, ma aumenta anche l’incertezza. Chi ha risorse a disposizione, e questo vale per i club così come per gli investitori in genere, può trarre vantaggio dalla situazione acquistando assets a sconto ed incrementare il potenziale rendimento del proprio investimento. Le scelte però vanno ponderate e devono basarsi su analisi solide, senza perdere mai di vista l’obiettivo e la strategia stilata per raggiungerlo. Per questo affidarsi a dei professionisti e prediligere investimenti di tipo lungimirante resta importantissimo per costruire un portafoglio – o una rosa di talenti – in grado di garantire successo nel lungo termine” spiega Vincenzo Cuscito, Senior Investment Consultant di Moneyfarm.
“Quindi come negli investimenti finanziari, anche per il calciomercato è fondamentale la pianificazione, la visione strategica riguardo al progetto tecnico e tattico, e affidarsi al giusto consulente o un direttore sportivo capace. Il rischio, anche di fronte ad un calo dei prezzi, di spendere comunque cifre elevate per un giovane che potrebbe rivelarsi non all’altezza delle aspettative va preso in considerazione. Tuttavia, può essere mitigato grazie alla professionalità di chi consiglia o di chi prende le decisioni strategiche” conclude Vincenzo Cuscito.
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