Nuovo episodio nella vicenda Balotelli-Brescia. L’attaccante bresciano ha ricevuto la busta paga del mese di marzo, quella per la quale lo stesso Balotelli aveva messo in mora la società. All’apertura della busta però, alla voce giorni lavorati compare il numero 7.
Massimo Cellino ha ritenuto che Balotelli abbia lavorato per 7 giorni soltanto in tutto il mese di marzo. E non si tratterebbe dei primi 7 giorni del mese, dal momento che – ricorda la Gazzetta dello Sport – il Brescia aveva giocato a Reggio contro il Sassuolo (con Mario presente) lunedì 9.
Al di là di quali siano questi giorni lavorati nel mese di marzo, la risposta di Balotelli è arrivata immediata. Attraverso i legali ha fatto pervenire il ricorso nel quale chiede l’accertamento dei giorni lavorati con l’adempimento salariale di quelli mancanti e, contestualmente, la risoluzione del contratto in essere per il mancato pagamento dello stipendio.
Quindi, dopo che il Brescia ha presentato ricorso al Collegio Arbitrale chiedendo il licenziamento per giusta causa e ha esercitato il proprio diritto di recesso, nonostante la non ancora aritmetica retrocessione in Serie B, adesso è proprio Balotelli a percorrere questa via, chiedendo la risoluzione del contratto per inadempienza economica.
Il tutto con la richiesta del pagamento stabilito secondo le scadenze canoniche di tutte le mensilità fino alla chiusura del contratto. Intanto, ieri Balotelli è stato sottoposto alla visita specialistica ordinata dal club per verificare la condizione della schiena. Il responso dice che è arruolabile per allenarsi fin da oggi. Si attende la comunicazione della società per garantirgli il via libera al centro di Torbole Casaglia.