La trattativa tra James Pallotta e Dan Friedkin sembrava definitivamente tramontata dopo la fumata nera, conseguente all’offerta del magnate texano di 490 milioni, ritenuta non sufficiente dall’attuale presidente della Roma.
Ieri è emerso che la cifra che potrebbe convincere il finanziere di Boston a passare la mano sarebbe pari a circa 600 milioni, di cui 300 destinati a coprire i debiti.
Come riporta MF-Milano Finanza, l’offerta di Friedkin si basava su un enterprise value del club di circa 580 milioni. Una cifra che comprende però un’iniezione di denaro fresco di circa 90 milioni come aumento di capitale. Dunque, al netto di questa futura immissione di mezzi finanziari, la valutazione del club sarebbe pari a 490 milioni.
Su questa cifra la trattativa si è arenata, ma l’interesse di Friedkin per la società capitolina non si è assopito, nonostante il rifiuto di Pallotta. Non ha intenzione di ritoccare la sua offerta al rialzo, ritenendola la più congrua alla situazione del club giallorosso. Resta perciò alla finestra per il momento, in attesa di tornare alla carica se e quando i nuovi potenziali investitori non riuscissero a trovare una quadra.
Pallotta e i suoi advisor continuano, invece, la ricerca di nuove offerte. Nei giorni scorsi si è fatta avanti una cordata sudamericana con base in Uruguay, che ha contattato il numero uno della Roma esprimendo la volontà di subentrare alla guida del club giallorosso.
In questo quadro, Friedkin pensa di varare un’offerta formale se e quando dovessero sfumare le nuove proposte. Ben sapendo che il tempo non gioca a favore di Pallotta: la qualificazione in Champions League per l’anno prossimo è praticamente sfumata e le scadenze per rispettare gli adempimenti legali del club si avvicinano.