Paolo Scaroni, presidente del Milan e uomo scelto dalla famiglia Singer per occuparsi degli investimenti in Italia, colui che ha in mano il dossier del nuovo stadio di Milano, ne ha parlato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
I danni economici causati dalla pandemia, fanno cercare nuove fonti di ricavo: “Lo stadio è un ingrediente fondamentale, i diritti tv sono l’altro pilastro” – sostiene il presidente dei rossoneri.
Per quanto riguarda lo stadio: “Credo siamo sulla strada giusta. Il Comune ci ha fatto una proposta che non ci piace molto perché ha ridotto le nostre richieste di costruzioni, ma che abbiamo accettato perché dovrebbe risolvere la parte politica della questione. Oggi sono ragionevolmente ottimista, mi sembra che il Comune abbia sposato il progetto di avere uno stadio nuovo e anche l’ opposizione lo veda con favore. Si fa fatica a dire di no a un progetto che dà lavoro a 3 mila persone, in una città così colpita. Poi sarà lo stadio più bello del mondo».
Sulla questione tempistiche Scaroni è sicuro: “Lo stadio sarà pronto per il 2024. Ci sarà una fase in cui il nuovo stadio sarà completato e San Siro sarà ancora in piedi: deciderà il sindaco dove svolgere la cerimonia, mi sembrerebbe strano non usare l’impianto nuovo. Poi partirà la rifunzionalizzazione di San Siro, che ci costerà 74 milioni e consentirà di salvare parti del vecchio stadio in un parco dello sport”.
Il presidente poi risponde a coloro che criticano la proprietà, sostenendo un interesse da parte di Elliott esclusivamente ai ricavi che genererà lo stadio e non ai risultati sportivi: “Ogni tanto parlo con qualcuno che dice di sapere tutto di calcio e a un certo punto gli chiedo: “Ma sai come funziona il Fair Play Finanziario? No? Allora non sai nulla del calcio”. Il Barcellona dallo stadio ha ricavi per 159 milioni, il Real per 145. Noi per 30: 115 milioni è il monte ingaggi di un grande club. Per capirci, con i proventi da stadio, ci compriamo una squadra intera. Non c’è contraddizione tra lo stadio e i risultati sportivi. È la strada di tutto il mondo”.