Perché il padre di Messi si trasferisce in Italia? Troverebbero conferma, secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, le voci rilanciate dal giornalista Filippo Grassia su Radio Rai, secondo cui Jorge Messi, il padre della stella del Barcellona, avrebbe preso residenza nel quartiere di Porta Nuova, non lontano da dove sorge la nuova sede dell’Inter. Ovviamente si sono scatenati i rumors di una presunta trattativa con il club nerazzurro, anche se, secondo quanto filtra dalla società, l’ipotesi viene definita un’utopia, spiega l’Ansa.
La spiegazione che sembra così essere più logica riguarda le agevolazioni a livello fiscale garantite a chi sposta la propria residenza in Italia. In particolare, sono due le agevolazioni di cui si parla: la prima riguarda il regime forfettario a 100mila euro per i redditi prodotti all’estero (quella che veniva definita “flat tax”, seppur non fosse propriamente tale, inserita nella Legge di Bilancio del 2017) e la norma a vantaggio degli impatriati per quanto riguarda il reddito da lavoratore dipendente, inserita nel Decreto Crescita promulgato nell’estate 2019 e che prevede che il reddito da lavoro dello sportivo professionista trasferito in Italia concorra al reddito complessivo ai fini IRPEF nella misura del 50%, per cinque anni. Due agevolazioni che riguarda tipologie di reddito diverso e che non sono applicabili contemporaneamente per lo stesso soggetto: nel caso del padre di Messi, tuttavia, la norma che potrebbe essere sfruttata al meglio sembra essere quella relativa al regime forfettario per i redditi esteri.
LA “FLAT TAX”
Il sistema di incentivi fiscali ha come principale obiettivo quello di attrarre i cosidetti HNWI (soggetti titolari di grandi patrimoni) che si trasferiscono in Italia. Che cosa prevede? I soggetti che spostano la residenza in Italia potranno pagareun’imposta sostitutiva in misura forfetaria pari a 100.000 Euro (annui) su tutti i redditi di fonte estera.
Non si tratta, quindi, di un regime applicabile sullo stipendio italiano, quanto piuttosto potrebbe consentire un notevole risparmio sui redditi di fonti estera (come ad esempio dividendi da società straniere, royalties, ecc.). Soprattutto per i top player mondiali, infatti, una parte corposa delle proprie entrate riguarda lo sfruttamento commerciale dei diritti di immagine: i dividendi della società estera che detiene i diritti d’immagine di Messi che, ipotizziamo, sia intestata al padre ora residente in Italia, porterebbero al pagamento in Italia solo della tassazione sostitutiva da 100.000 euro), indipendentemente da quanto sia la cifra complessiva. Inoltre, la norma prevede una agevolazione anche per i familiari trasferiti in Italia, con un regime forfettario pari a 25mila euro annui.
Un tema, quello riscale, che in particolare ha interessato Messi negli ultimi anni. Il fisco spagnolo infatti ha messo nel mirino la Pulce, così come tanti altri calciatori della Liga. E proprio il padre nel 2016 inguaiò il figlio: Leo venne condannatoa 21 mesi di carcere per frode fiscale (poi convertita in una multa da 455mila euro), il padre a 15 mesi (poi 180mila euro di sanzione. In ballo c’era l’accusa di aver defraudato tra il 2007 e il 2009 una cifra pari a 4,1 milioni di euro al Fisco spagnolo attraverso una rete di società create appositamente in paradisi fiscali. La difesa del fuoriclasse del Barcellona si è basata su suo dichiararsi all’oscuro di qualsiasi manovra economica, spiegando che era il padre a gestire tutto: “Io firmo e basta”, le sue parole.