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(credit Adidas)

No way back, scrive la Gazzetta dello Sport. Uno dei paletti imposti dal protocollo della Uefa per le fasi finali delle competizioni europee è l’impossibilità di rientrare nel Paese di provenienza prima della propria eliminazione dal torneo. In questo moda la Federcalcio europea intende blindare il più possibile le due fasi finali, evitando che eccessivi spostamenti delle squadre partecipanti possano aumentare il rischio Covid-19 per le città di Lisbona, sede delle Final eight di Champions, Colonia, Duisburg, Düsseldorf e Gelsenkirchen, sedi della fase finale dell’Europa League.

Una decisione che va contro la volontà dei club che nei giorni scorsi avevano fatto pressione alla Uefa per consentire loro di tornare in patria, tra una partita e la successiva, per poter utilizzare i propri centri di allenamento e le proprie strutture mediche, dato che alle squadre sono stati concessi sei giorni di pausa tra i quarti di finale e le semifinali, come riporta il Daily Mail. Se infatti l’Atalanta dovesse battere il Psg, per esempio, avrebbe uno spazio temporale tra il 12 e il 18 agosto in cui non le sarebbe consentito tornare a Bergamo. Le squadre preferirebbero  piuttosto che trascorrere fino a due settimane in una base sconosciuta.

Anche se i protocolli definitivi saranno pubblicati una volta completati gli ottavi di finale, il quotidiano spagnolo Marca ha rilasciato alcune anticipazioni su quali saranno i provvedimenti che Nyon intende adottare, naturalmente in accordo coi governi nazionali: si va dal numero di persone a cui sarà consentito l’accesso allo stadio fino alle procedure da seguire per i media accreditati, con la maggior attenzione possibile a evitare «incroci di comitive». Un controllo totale.

Gli stadi saranno divisi in quattro zone. La zona 1 è quella tecnica alla quale avranno accesso 120 persone: i due gruppi squadra formati da 45 persone e altre 30 non appartenenti a nessuna delle due squadre. La zona 2 è per le televisioni (100 persone in totale), la zona 3 per fotografi, stampa e per gli altri dirigenti, la zona 4 circonda lo stadio.

I test anti-Covid verranno effettuati 48 ore prima della partenza dai rispettivi Paesi e 48 ore prima di ogni partita, con un ufficiale medico assegnato a ogni club per la verifica delle misure. Un altro medico seguirà le procedure d’igiene di ogni stadio, assicurandosi che venga rispettato l’intervallo di 10 minuti tra l’arrivo di una squadra e l’altra nell’impianto. A ogni spostamento dei giocatori corrisponderà una misurazione della temperatura corporea. Ma saranno spostamenti interni.

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