«Se guardo le dinamiche, lo streaming prende sempre più piede, e tutti gli operatori via cavo sanno che il futuro dei contenuti è quello. Per la sostituzione completa ci vorrà diverso tempo, ma anche se il quadro cambia a seconda dell’ anagrafe dei clienti e della geografia dell’ Italia, nelle città dove la rete è capillare lo streaming diventerà la tecnologia dominante nell’ arco di 2-3 anni».
E’ l’analisi dell’amministratore delegato di Sky Italia, Maximo Ibarra, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, in cui il manager ha fatto il punto sul lancio del servizio Sky WiFi.
«Siamo partiti dal presupposto di mettere al centro il cliente e l’ ecosistema che si crea nelle case con il Wifi, e i riscontri sono positivi», ha osservato Ibarra.
Spazio anche al tema del progetto di una rete unica per la fibra ottica con Tim operatore unico. Un progetto che a Ibarra, manager con una lunga esperienza nel campo delle tlc, non sembra piacere.
«Penso ciò che pensavo nel 2012», spiega Ibarra a Repubblica, «quando mi occupavo di tlc e non di contenuti: la rete unica è auspicabile a patto che resti neutrale, garantisca pari accesso a tutti e non sia verticalmente integrata. E con questo intendo che non sia controllata da un gruppo, come ad esempio Telecom, che fa l’operatore tlc verticalmente integrato».